In questi giorni su alcuni media catalani è rimbalzata la notizia che il Milan non avrebbe ancora pagato al Barcellona i 24 milioni di euro pattuiti per la cessione di Ibrahimovic.
Anche se il Milan continuasse a non pagare, è impensabile immaginare che il campione svedese possa ritornare al club blaugrana dopo l’uscita delle prime anticipazioni – apparse sul giornale scandinavo Aftonbladet – del suo libro autobiografico – Io sono Zlatan -, scritto insieme a David Lagercrantz – uscirà in Svezia il prossimo 11 novembre.
Negli estratti usciti Ibra non ci è andato leggero con il suo tecnico. Tutto è iniziato quando Pep Guardiola avrebbe detto ai suoi giocatori che:
Al Barça bisogna restare con i piedi per terra, bisogna avere il profilo basso, non si arriva all’allenamento in Porsche o in Ferrari.
Per Ibra gli altri giocatori del Barça si comporterebbero come tanti scolaretti, mentre secondo lui
il club non può decidere quale automobile uso! Io guido come un pazzo. Una volta, in Spagna, ero a 325km/h inseguito dai poliziotti, ma sono riuscito a seminarli!
I veri problemi sono iniziati quando Lionel Messi
ha chiesto di avere un altro ruolo sul terreno, e Guardiola l’ha seguito. Ha preferito contentarsi di Messi senza nemmeno degnarsi di guardarmi. Gli ho detto che ero una Ferrari e che mi guidava come una Fiat. Da quel momento, non mi ha più preso in considerazione.
Thierry Henry mi chiedeva in allenamento:
Ciao Zlatan, allora ti ha guardato oggi?
Per me era finita.
Non proprio, perché c’è ancora tempo per un’ultima terribile sfuriata. Negli spogliatoi del Madrigal dopo un Villarreal–Barcellona in cui lo svedese giocò solo gli ultimi cinque minuti.
Lo svedese urlò al suo coach cose come
non hai le palle
e
Ti caghi addosso davanti a Mourinho
o ancora
Vai a farti fottere.
Alla fine
dopo l’acquisto di Villa da parte del Barcellona, era chiaro che avremmo dovuto fare qualcosa per forzare la mia cessione e abbiamo deciso di dire che eravamo già d’accordo con il Real, così abbiamo ottenuto di andare al Milan.