Non vede il campo da quasi due mesi, da quando il suo occhio sinistro ha cominciato a far capricci. La diagnosi è stata un colpo duro da sopportare per Gennaro Gattuso: paralisi del nervo ottico, stagione compromessa e forse carriera finita. Oggi Ringhio è apparso al cospetto dei giornalisti un po’ per ricordare l’amico Simoncelli, morto ieri sul circuito di Sepang, un po’ per fare il punto della situazione:
Ho un problema al nervo dell’occhio. Posso allenarmi, ma non posso giocare perché in campo non vedo. All’inizio ensavo negativo, c’è stato un momento che pensavo al peggio, altro che tornare in campo. Ora però penso solo a tornare a giocare.
Lotta per tornare a respirare l’atmosfera del rettangolo verde, ma si rende conto che il percorso è lungo e faticoso. Intanto ci sono tanti piccoli-grandi problemi da superare nella vita quotidiana:
E’ brutto quando vai al computer a scrivere una mail, pensi di toccare il tasto di una lettera e invece scrivi altro. Oppure provi a guardare la televisione e la vedi in un posto diverso da quello dove sta. E’ brutto non portare i figli a scuola e non guidare. Io voglio vivere il quotidiano. La forza me la dà il fatto che lavoro a livello fisico con continuità. Questo mi sta dando la forza di non mollare. Io mi alleno tutti i giorni, sto nello spogliatoio, partecipo della vita della squadra, ma per ora non posso giocare…
Ringhio cerca di pensare positivo:
Il calcio è la mia vita. Mi ritengo una persona fortunata. Ora che via via abbiamo escluso altre cause, so quale è il decorso. Gli specialisti mi hanno dato speranze per il ritorno all’attività agonistica. Io sto lottando come un uomo invisibile. Vedere doppio non è bello ma c’è di peggio. L’importante è non mollare.
C’è di peggio ed il pensiero va all’amico Simoncelli:
Ci vuole altro per abbattermi! C’è di peggio nella vita e la dimostrazione è ieri per quello che è successo.
Come dargli torto? Forza Ringhio!
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