La goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta domenica sera, durante la partita Lione-Le Havre del campionato francese. Protagonista il ghanese John Mensah, che da quest’anno veste la maglia dei campioni di Francia. Dal primo minuto della scorsa partita infatti Mensah, impiegato sulla fascia destra, si è visto bersagliare da un tifoso che si trovava vicino a lui, il quale gli ha rivolto ininterrottamente buh ed insulti razzisti. Il suo rendimento è stato conseguente allo stato di disagio, ma da bravo professionista ha preferito non fare scenate e magari scatenarsi contro lo stupido di turno.
Al rientro negli spogliatoi il calciatore si è levato la maglia e ha chiesto di non tornare in campo, ma convinto dal suo allenatore ha giocato anche il secondo tempo. Sfortunatamente però gli insulti non sono terminati con il cambio di campo, e così il difensore ha pensato bene di farsi espellere volontariamente, rimediando due cartellini gialli nel giro di pochi minuti, così da lasciare il campo il prima possibile.
Lo pseudo-tifoso del Le Havre è stato arrestato e subito rilasciato, ma ora rischia 6 mesi di carcere, 22.500 euro di multa e il divieto di mettere piede in qualsiasi stadio francese per 3 anni. Ma purtroppo la ferita resta, ed è molto profonda nell’animo di Mensah. Il calcio sta cambiando, e questo cambiamento a lui non piace. Il difensore ha giocato per 7 anni in Italia tra Bologna, Chievo, Genoa, Modena e Cremonese, e per due nel Rennes, senza che mai accadesse nulla. Da quando è al Lione invece è già la seconda volta che diviene bersaglio di casi di razzismo (fu maltrattato dalla polizia senza aver fatto nulla nel settembre scorso), che si vanno ad aggiungere ai 15 episodi precedenti tra la scorsa stagione e questa, in cui ci sono stati insulti a calciatori di colore, su cui la magistratura francese sta indagando.
Quando ho lasciato lo stadio l’unico pensiero era quello di tornare in Ghana. Non posso più tollerare di essere offeso e umiliato in questo modo. Voglio pensarci bene. Sono un professionista, ma sono soprattutto un uomo.
Ha tutte le ragioni del mondo per pronunciare queste parole. Le parole di un uomo che lentamente sta perdendo la propria dignità. Sua, e di migliaia di professionisti come lui a causa della stupidità di poche persone.
Commenti (1)