Diavolo di un Mourinho, che quando viveva sul suolo italiano non faceva altro che lamentarsi delle abitudini del Belpaese, calcisticamente parlando s’intende, e che ora pagherebbe di tasca propria per respirare un po’ dell’atmosfera nostrana. Intendiamoci, lo Special One non soffre di nostalgia per alcune esagerazioni del calcio italiano, specie per quando riguarda i minuti successivi alla gara, quando un allenatore è “costretto” ad intrattenersi con i giornalisti:
La parte peggiore del calcio italiano è il dopo-partita e non mi riferisco alle discussioni in sé: parlare con gente come Arrigo Sacchi o Gianluca Vialli ti fa pensare e anche imparare, perché le loro sono opinioni sincere. Dopo una gara, però, noi allenatori siamo stanchi come i giocatori: uno vorrebbe andare a mangiare, riposare… Un’ora di televisione è la cosa che desideri di meno dopo una partita.
E allora di cosa si lamenta?
Quando ero al Chelsea facevo tante domande sull’Italia a Crespo e lui mi diceva: ‘Quando siamo in Italia, siamo stanchi dell’Italia. Ma quando non siamo in Italia, l’Italia manca’. Devo dargli ragione, è vero. Mi diceva anche che in Italia, se segnava un gol la domenica, l’avrebbe potuto rivedere in tv altre cinquanta volte e più durante la settimana; in Inghilterra, invece, se non l’avesse visto negli highlights della BBC non avrebbe potuto vederlo più, perché nessuno lo trasmette. Anche su questo non posso dargli torto. L’Italia è stressante, però è bella, molto bella.
Mourinho insomma ha nostalgia dell’Italia, così come aveva nostalgia dell’Inghilterra quando occupava la panchina dell’Inter. Resta da capire se il suo sentimento è sincero o se piuttosto non è dettato dall’andazzo della Liga, dove il Barça continua a scappare, mentre il suo Real arranca. Proprio oggi si vociferava di un possibile esonero di mister Mou in caso di mancato passaggio del turno in Champions League: che stia preparando un clamoroso ritorno in Italia?