Non ci sono più aggettivi per definire il Barcellona di questa stagione, forse ancora più bello di quello visto due stagioni fa e capace di portare a casa 6 trofei. Per questo non resta che prendere in prestito il termine che per tanti anni ha contraddistinto il Real Madrid che per ora non si può definire più così: galactico.
Ormai ci ha preso gusto la squadra di Guardiola a salutare con la manita a fine gara, dato che dalla partita contro il Real ha messo a segno la terza cinquina in quattro partite, senza contare gli 8 gol rifilati all’Almeria 7 giorni prima del Clasico. La vittima di turno stavolta è l’Espanyol, in un derby che nelle scorse stagioni terminava spesso sullo 0-0.
Non va così quest’anno, visto che i blaugrana giocano un calcio che non è di questa terra. L’Espanyol corre e si batte, ma quando hai un Messi in questa forma (3 assist per lui) e gli altri 10 calciatori che vanno al massimo, non ce n’è per nessuno. Finirà 5-1, con standing ovation dei tifosi dell’Espanyol che rendono omaggio ad Iniesta per aver dedicato il gol-mondiale del luglio scorso ad un calciatore proprio dei “cugini”, Daniel Jarque, scomparso pochi giorni prima.
Ed il Real? Esattamente l’opposto. Brutto, senza idee, con il solo Cristiano Ronaldo a fare qualcosa, ma non decisivo come la Pulce. La partita contro il Siviglia è molto nervosa, da una parte perché i sivigliani venivano da 4 sconfitte consecutive, dall’altra perché il Real sa di non poter reggere il confronto con il Barça. Finirà 1-0 per le merengues con un gol di Di Maria ad un quarto d’ora dalla fine, ma bisogna ringraziare Casillas che para l’impossibile e tiene a galla i suoi.
L’Espanyol perde terreno dal terzo posto a vantaggio del Villareal (manco a dirlo, Rossi in gol), che batte il Maiorca 3-1 e scappa via, in modo da lasciare aperta solo la lotta per il quarto posto conteso dalla seconda squadra di Barcellona, dal Valencia, Getafe (2-3 contro l’Almeria) e dall’incostante ma molto pericoloso Atletico Madrid che rifila 3 gol al Malaga.
Namari 4 Ottobre 2011 il 17:33
What’s it take to become a sublime epxunoder of prose like yourself?