Liga: la crisi economica mette a rischio fallimento Real e Barcellona

Se la Premier League è il campionato più indebitato al mondo, Real Madrid e Barcellona sono sicuramente i due club con i più grandi rossi di bilancio in assoluto. Però questi due grandi club possono continuare a permettersi calciatori del calibro di Messi e Cristiano Ronaldo, o di aprire il portafoglio e spendere 30-40 milioni, quando non di più, per accontentare i loro allenatori. Come mai?

Il motivo è da ricercarsi nella famosa “legge Beckham“, stabilita dal Governo spagnolo ormai 7 anni fa e che dava la possibilità ai club calcistici di pagare la metà delle tasse sui loro calciatori, e di tassare i redditi dei ricchi con aliquote tra le più basse d’Europa (tra il 24 ed il 43%). Ma con la crisi economica la pacchia sembra finita.

LA NUOVA ALIQUOTA – Già un paio di anni fa la legge Beckham fu rivista, ma ora potrebbe essere cancellata. La crisi economica morde, e morde più di tutti la Spagna, il Paese Occidentale con il più alto tasso di disoccupazione. I conti del Paese sono talmente messi male che ormai non si possono più fare sconti a nessuno, e così il Governo ha deciso di aumentare l’aliquota dei redditi più alti fino al 52% (56% in Catalogna), portandoli così ai livelli più alti persino di quelli italiani (al 43%).

In questo modo i calciatori si vedranno decurtare dallo stipendio molto più di quanto non è avvenuto finora che l’aliquota di aggirava intorno al 40%, mentre dai prossimi rinnovi contrattuali le società pagheranno le tasse per intero, e non più la metà come avvenuto finora. Il risultato sarà che i contratti faraonici da oltre 10 milioni l’anno, elargiti come bruscolini in passato, verranno utilizzati con maggiore parsimonia, e Real Madrid e Barcellona vedranno ridursi le possibilità di ingaggiare tanti campioni visto che gli costeranno il doppio. Siamo vicini alla fine del calcio miliardario della Liga spagnola?

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