Guai grossi per le squadre spagnole. Sono circa due anni che predichiamo su queste pagine che le regole d’eccezione che il Governo spagnolo aveva introdotto per rendere il suo calcio il migliore del mondo non sarebbero durate a lungo, ed ora è arrivato il momento di pagarne il conto. Si parla tanto dei debiti che ha la Serie A, ma la Liga spagnola sta messa molto peggio. Circa 5 miliardi di euro tra prima e seconda divisione, di cui 1,2 miliardi soltanto tra Real Madrid e Barcellona.
Ora però che la Spagna sta vivendo la peggiore crisi europea dopo la Grecia, le banche hanno deciso di tagliare i finanziamenti, e sono dolori. Per capire meglio la situazione bisogna fare un passo indietro. La casa blanca ad esempio per finanziare gli ingaggi di Cristiano Ronaldo e Kakà (più di 150 milioni di euro in una sola estate) si fece finanziare dalla Bankia, una banca nazionalizzata che aveva inglobato due istituti minori che avevano rischiato il fallimento. Per dirla in altre parole, erano state finanziate dallo Stato.
INDEBITAMENTO INFINITO – Facendo operazioni del genere negli anni, grazie ai supporti politici dei vari presidenti che si sono susseguiti in carica, il Real Madrid ha accumulato 660 milioni di debito, il Barcellona 548 ed il Valencia è stato salvato dal fallimento tirandolo letteralmente per i capelli, dopo aver fatto registrare un buco di bilancio di 380 milioni, pur incassandone meno di un terzo.
Insomma, il giochetto era di far salvare le squadre dalle banche, ma le banche venivano salvate a loro volta dallo Stato. Ora però la situazione è cambiata. Lo Stato, in forte deficit, non ce la fa più a sostenere questo carrozzone, ed ha chiesto aiuto all’Europa. L’Ue ha accordato un prestito da 19 miliardi di euro alle banche, ma di certo non vorrà che quei soldi vadano a pagare gli stipendi di Ronaldo e Messi.
RIENTRO DAL DEBITO – Dunque cosa accade ora? Alcuni provvedimenti sono già stati presi, come il taglio della tariffa fiscale vantaggiosa sugli stipendi dei campioni, mentre altri stanno per arrivare, e cioè minor credito (in alcuni casi nessun credito) per i club indebitati, ed un accordo voluto fortemente dal Ministro dello Sport che obbliga i club professionistici a spendere un terzo degli introiti televisivi stagionali per appianare il debito. Questo significa soltanto una cosa: nessun club spagnolo avrà più tanti milioni da spendere.
ADDIO THIAGO SILVA – Quest’ultima operazione non verrà avviata prima della stagione 2014-2015, quindi i club hanno la prossima stagione e quella dopo ancora per regolarsi, ma il taglio dei finanziamenti provenienti dalle banche arriverà subito. Il primo effetto che si vocifera sia già avvenuto è che il presidente del Barcellona Rosell, che aveva chiesto a 10 banche diverse un fido per ottenere i 40 milioni che servono per Thiago Silva, si è sentito rispondere picche da tutti.
Ma chi sta peggio di tutti è il Valencia, perché mentre Real e Barça accumulano debiti, ma incassano poco meno di quanto spendono, i valenciani incassano meno di un terzo rispetto al loro debito, e se viene a mancare il supporto delle banche rischiano di nuovo il fallimento. Dunque ora non resta che rientrare, come tutti i comuni mortali, nei limiti del budget del fair play finanziario. Che sia la fine del calcio-spettacolo spagnolo?
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