La Lazio aveva bisogno di un allenatore che fosse in grado di scuotere i giocatori, di trovare nella rosa, quelli maggiormente adatti ad andare a fare un miglior risultato in campionato. Questo allenatore, ne siamo certi, oggi si chiama Simone Inzaghi.
Doveva essere una cosa provvisoria, ma in realtà si è trasformata in una “cosa seria”. Doveva essere il traghettatore ma adesso punta a rimanere almeno un altro anno, così, per dimostrare che la ripartenza, per quanto lenta e difficile, può dare comunque ottimi risultati.
Nonostante i tafferugli al di fuori dello stadio, il risultato del match è convincente per la Lazio:
Sono contento perché abbiamo fatto un’ottima gara: l’abbiamo preparata bene e l’abbiamo approcciata fin da subito nel migliore dei modi. Non lo vedo come un esordio da predestinato, semplicemente è un buon esordio: venivamo da una brutta sconfitta nel derby e affrontavamo una squadra che sta lottando per salvarsi, quindi devo fare i complimenti a questi ragazzi.
Inzaghi non lesina commenti positivi e apprezzamenti per i suoi ragazzi. Un periodo no potrebbe essere seguito da un periodo più bello e denso di risultati importanti per la squadra.
Dobbiamo essere contenti: venivamo da un momento un po’ buio, ma ora dobbiamo subito metterci a lavorare, perché domenica ci aspetta un impegno non semplice. Voglio allenare la Lazio in queste ultime partite e anche l’anno prossimo, poi sarà il campo a decidere. Ma sono convinto di poter far bene.
In più c’è un ritrovato Klose:
Convincere Klose a rinnovare? Io faccio l’allenatore, non il mercato. Di certo c’è che Klose è un campione, un esempio: si è messo a disposizione e da vertice alto ha fatto benissimo. L’abbraccio con Felipe Anderson? Sono contento per lui, è entrato con la mentalità giusta. Meritava il gol. Questa è una squadra che l’anno scorso, a parte la Juventus, ha battuto tutte le altre squadre: abbiamo grande qualità, valori importanti e in una partita secca possiamo battere chiunque. Con mio fratello sono sempre in contatto: abbiamo parlato prima e lo faremo dopo. Chi è più bravo? Entrambi dovremo fare il nostro percorso, spero che un giorno ci troveremo contro in Serie A da allenatori come è successo da calciatori»