Rissa Udinese-Lazio, stangata per Marchetti e Dias

di Redazione Commenta

 La rissa nel dopopartita di Udinese-Lazio, finita 2-0 per i bianconeri, è costata comprensibilmente carissimo ai capitolini che devono rinunciare fino alla fine del campionato a due pedine fondamentali come il difensore André Dias e il portiere Federico Marchetti, entrambi appiedati dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel per il loro evidente nervosismo al termine della gara per il fischio proveniente dalle tribune che ha permesso all’Udinese di raddoppiare, scatenando un inevitabile ma ingiustificato putiferio.

 ARRIVEDERCI MARCHETTI E DIAS – Il bilancio per la Lazio è pesantissimo, soprattutto perché era già costretta a dover affrontare le ultime tre partite, fondamentali per la qualificazione in Champions League, con un numero di infortunati non indifferente. Ma quanto accaduto a Udine rischia ora di spegnere le speranze dei tifosi biancocelesti. Federico Marchetti è stato squalificato infatti per ben quattro giornate dal giudice sportivo: salterà la fine di questa stagione e l’inizio della prossima. Queste le motivazioni dietro la squalifica:

[…]per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco, posto da tergo le mani sulla spalla dell’arbitro, spingendolo con veemenza

Sono tre invece le giornate inflitte ad André Dias, reo a sua volta di:

[…] per avere, al termine della gara, nel recinto di giuoco, assunto un atteggiamento aggressivo e gravemente intimidatorio nei confronti del quarto ufficiale venendo trattenuto con la forza dai presenti

Non manca naturalmente la pena pecuniaria per la società, che è stata suo malgrado protagonista per qualche dirigente che ha alzato troppo la voce e purtroppo fatto girare qualche schiaffone. Ma in questo caso il danno è di “soli” 20.000 dollari, con nessuna squalifica.

BERGONZI, NESSUNA COLPA – Nel frattempo, il presidente dell’AIA Nicchi ha “assolto”, a nostro parere giustamente, l’arbitro Bergonzi da qualsiasi colpa:

Quello che è successo lo abbiamo visto tutti, è semplicemente mancato il buon senso. La partita era chiusa ma ci colgono di sorpresa le reazioni imprevedibili: come possono dei professionisti avere reazioni così violente? La corsa alle panchine, dirigenti contro dirigenti: chi va condannato è lo sprovveduto che ha fischiato ma anche in questi casi bisogna avere i nervi saldi. L’arbitro non ha fischiato e ha fatto segnali inequivocabili di poter continuare il gioco, tant’è che uno si è fermato ma in cinque hanno proseguito: a livello regolamentare ha fatto ciò che doveva e solo lui poteva fermare la partita.

Photo credits | Getty Images

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>