Conte non poteva non sapere. Forse. E’ questa la motivazione a dir poco scandalosa che il Tnas ha emesso in merito alla sentenza che ha ridotto la squalifica di Antonio Conte a 4 mesi. Mentre la corte ha ritenuto inattendibile Mastronunzio perché nel periodo in cui lui contesta l’esclusione dalla squadra per non aver accettato le combine risultava effettivamente infortunato, la Corte ha invece ritenuto necessario squalificare il tecnico bianconero per gli illeciti in Albinoleffe-Siena.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa c’è scritto nelle carte depositate ieri. In sostanza i giudici partono dalla confessione di Stellini, ex vice di Conte sia a Siena che per un anno alla Juve, il quale ha ammesso di essere a conoscenza dell’accordo tra giocatori e avversari. Stellini non ha mai detto che anche Conte ne fosse al corrente, ma secondo la Corte l’allenatore “non poteva non sapere” e aggiunge:
applicando il principio della assenza di necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio, l’una appare più probabile e plausibile dell’altra.
SE, MA, FORSE – Tradotto in italiano significa “siccome non siamo sicuri che Conte sapeva della combine, l’ipotesi che sapesse sembra più plausibile che invece non sapesse, quindi lo condanniamo con lo sconto”. Una sentenza davvero all’italiana. Per fortuna non c’è nulla di penale perché con questa strategia si manderebbe in carcere un innocente solo perché “probabilmente” ha commesso il reato.
Ma che giustizia è questa? Facciamo le condanne solo perché ci sembra più probabile che sia andata in un modo piuttosto che in un altro? E la presunzione di innocenza fino a prova contraria che fine ha fatto? La vicenda è chiara: o Conte sapeva, e allora ci dev’essere un anno di squalifica, o non sapeva, e allora non ci dev’essere nessuna squalifica. Non esiste “forse sapeva” che corrisponde a quattro mesi! La giustizia italiana di solito sbaglia raramente, ma quella sportiva, per la seconda volta ai danni della Juve in pochi anni, ha fatto un enorme buco nell’acqua.
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OMG 16 Novembre 2012 il 20:22
La giustizia sportiva è semplicemente ridicola.
Non ha senso, sembra un gioco, eravamo più seri noi da piccoli quando “condannavamo” l’amico che non riusciva a saltare dal muro a non giocare con gli altri.