E sono sette. La Juventus non fa sconti nell’anticipo della dodicesima giornata di campionato e raggiunge la sua settima vittoria consecutiva ai danni di un Genoa che pure ha provato a tenere a bada la voglia di risalita della Vecchia Signora. Ora la classifica dice 24 punti, come la capolista Inter, anche se con una partita in più rispetto agli uomini di Mourinho.
Una serata da incorniciare per la Torino bianconera, costretta a recarsi allo stadio di giovedì per lasciar spazio al rugby. Sacrificio ampiamente ripagato e gol a grappoli che da queste parti non si vedevano da tempo.
Stavolta Del Piero non ha scritto il proprio nome nel tabellino dei marcatori, ma è riuscito comunque a deliziare la platea con giocate d’alta scuola ed assist invitanti per i compagni. Ad aprire le marcature ci ha pensato Grygera, dopo un’azione del capitano, che forse sperava di poter concludere personalmente.
1-0 quando eravamo solo al 6′ del primo tempo e la gara si metteva decisamente in discesa. Poi ancora il difensore si proponeva sulla fascia destra e metteva una palla col contagiri sulla testa di Amauri: stacco imperioso del brasiliano e doppio vantaggio per i bianconeri. A quel punto il Genoa provava a tirar fuori la testa, ma nulla poteva contro la serata di grazia degli uomini di Ranieri che tenevano il risultato fino alla conclusione del primo tempo.
Nella ripresa ancora spettacolo e gol mancati, fino all’assist decisivo di Del Piero per il neo-entrato Iaquinta: fuga verso la porta e tocco a infilare Rubinho. Finita qui? No, perché il Genoa cercava almeno il gol della bandiera, trovando invece un mani di Legrottaglie in area. Rigore di Milito e gol numero 10 per il capocannoniere della serie A. Poi ancora Juve, con Camoranesi in fuga sulla fascia destra e cross verso il centro dell’area, dove Papastathopoulos infilava la propria porta nel più classico degli autogol.
4-1 il risultato finale, che condanna forse in maniera esagerata il Genoa, sebbene la Juve abbia meritato di conquistare i tre punti. La Juve torna prima dopo un digiuno di ben 915 giorni e per almeno un paio di giorni si gode il primato.