Antonio Conte è tornato a casa dopo sette anni e anche se adesso è allenatore, non sembra cambiato per niente da quando era il capitano in campo della Juventus. La grinta, le idee chiare e la juventinità sono rimaste le stesse e sono i punti fermi su cui ripartire per far tornare la sua squadra ai vertici. Il mister non si è voluto sbilanciare sul mercato in corso della Juve, ma ha parlato di situazione bloccata anche a causa della Coppa America, segno che potrebbe arrivare qualche giocatore attualmente impegnato in quella manifestazione. Vidal? Possibile, ma anche il sogno Aguero dopo queste parole prende nuovamente corpo. All’inizio della sua prima conferenza stampa da allenatore ha subito chiarito di esser su questa panchina con un obiettivo:
Quando ho firmato per la Juve, ho firmato non per obiettivi minimi come la qualificazione all’Europa. Io voglio vincere. Ora, oggi 11 Luglio, non so dire se ci riusciremo, ma dobbiamo provarci ad ogni costo dando tutto l’impegno possibile. Noi dobbiamo esserci.
Al giornalista che ha chiesto cosa manca a questa squadra per tornare a grandi livelli, Conte ha risposto senza parlare di giocatori per i ruoli ancora scoperti, ma trattando temi a lui cari:
La cosa più importante alla quale stiamo lavorando è quello dello spirito, ritrovare quello che appartiene da sempre alla Juve. Dobbiamo avere grande voglia di combattere, di uscire dal campo con la maglia sudata. Dobbiamo sapere che siamo da Juve, la Juve. Il resto viene dopo. Su questo stiamo lavorando tanto insieme ad un gruppo che ha voglia di riscattare due annate non felici. Voglio ricostruire lo spirito Juve, è inevitabile che chi è stato tanti anni alla Juve possa trasmettere la juventinità soltanto con il respiro.
Alla fine della conferenza, l’allenatore ha parlato anche della posizione di Andrea Pirlo nelle sue idee di gioco, e per rispondere a chi non giudica possibile utilizzare solamente un interditore in mezzo al campo, ha fatto l’esempio del Barcellona di questi anni:
E’ riduttivo parlare di Pirlo soltanto nella collocazione tattica. Se guardo il Barcellona vedo che sette giocatori non sanno difendere: eppure vincono. Sono portati alla fase offensiva. Difendono con 3 giocatori effettivi . E’ molto importante avere un’idea di gioco, un’organizzazione, se alla base c’è questo secondo me c’è la base in più per tornare ad essere quel che dobbiamo essere. E sottolineo che ho detto: quello che dobbiamo essere, non quello che eravamo!
Una cosa è certa, la mentalità offensiva del tecnico farà sicuramente divertire gli spettatori, ma per tornare ad essere la Juve non basta questo. Bisogna vincere. E Conte questo lo sa bene.