Quattro vittorie in dieci giorni hanno rilanciato l’Inter sia in coppa che in campionato, e l’ultima vittoria nel derby ha riacceso speranze e sogni a tutti i tifosi nerazzurri. Grande artefice di queste vittorie è l’allenatore Andrea Stramaccioni, che a Coverciano in occasione del corso per allenatori ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni. Si è parlato di scudetto, di Cassano e del rapporto con la Curva e con i tifosi.
SCUDETTO La lotta per lo scudetto sembra per molti una corsa a due tra i campioni d’Italia della Juve e il Napoli di Mazzarri. Ma l’Inter intanto sta tenendo una grande media e sembra pronta ad intromettersi nelle zone alte della classifica:
La lotta scudetto? Obiettivamente Juve e Napoli sono delle belle squadre e noi stiamo tentando di metterci allo stesso livello. Certamente la vittoria ci dà una bella spinta, se decisiva non lo so. Sta a noi, al tecnico, ai giocatori e al pubblico mantenere questo spirito. Per noi era importante trovare conferme dopo il derby e soprattutto cercare di essere sulla buona strada per poter tornare grandi
CASSANO Nonostante la sostituzione nel derby (dettata dall’esser rimasti in dieci) Stramaccioni ha parole dolci per il nuovo acquisto Antonio Cassano e per il loro rapporto, che sembra essere ottimo:
Ieri non mi lasciava più, mi ha fatto prendere un’ernia alla schiena. E’ molto importante per l’Inter e lo sta dimostrando sul campo, ha segnato gol pesanti, è sereno, sta lavorando bene, sta bene con noi e crede nel progetto. Se continua così metterà in difficoltà Prandelli. Tra me e Cassano c’è un rapporto diretto e sincero. Antonio sta dimostrando maturità è coinvolto, mi dispiace averlo dovuto sacrificare ancora una volta dopo un’espulsione. Ma lui ha ancora dimostrato, ieri sera, forte attaccamento. Io Antonio me lo tengo stretto
CURVA Dopo il gol dell’ 1-0 che ha dato la vittoria nel Derby, Stramaccioni è andato a fare una dedica sotto la curva, ecco spiegato il perchè di quel gesto:
Ho voluto ripagare la fiducia che mi avevano dato. Dopo la sconfitta col Siena la curva era stata l’unica a sostenere la squadra e me, mentre il resto dello stadio fischiava. Il loro atteggiamento mi aveva colpito, si vede che avevano apprezzato la chiarezza di una persona come me, e per questo è nata un’empatia
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