Luci a San Siro, cantava Vecchioni e chissà cosa avrà pensato ieri il cantautore di “Samarcanda”, vedendo la sua Inter soffrire al cospetto di una Roma in giornata di grazia e capace di illuminare lo stadio milanese.
In passato le due squadre hanno dato spesso vita a gare spettacolari e ricche di gol, ma alzi la mano chi si aspettava una partita come quella di ieri. Totti prova e si arrende, Ibrahimovic si accomoda in panca per un risentimento muscolare: addio spettacolo! E invece no, perché ad illuminare una Milano congelata arriva la grande prestazione degli uomini di Spalletti, che sin dal primo affondo fanno capire di voler vendicare la gara di andata (0-4 per i nerazzurri).
Baptista e Brighi lanciano messaggi di avvertimento all’indirizzo di Julio Cesar, prima che De Rossi si alzi in volo a sovrastare capitan Zanetti, mettendo la firma sullo 0-1. E’ il minuto numero 22 e l’Italia anti-interista comincia sognare, mentre quella di fede giallorossa esulta per il quarto posto raggiunto. A rendere i sogni un po’ più reali, arriva poi il raddoppio di Riise, al primo gol in Italia e proprio nella Scala del calcio. La Roma non si accontenta, l’Inter soffre e deve ringraziare il buon Burdisso se il passivo è solo di due reti alla fine del primo tempo.
La ripresa si apre con la rete di Balotelli, lasciato troppo solo in mezzo all’area, e l’Inter comincia a proporsi con più continuità nella metà campo giallorossa. Ma proprio quando sembra esserci maggiore equilibrio in campo, ecco il gol di Brighi che riporta la Roma avanti di due reti.
Manca solo mezz’ora da giocare ed il vantaggio sembra tale da consentire ai giallorossi di dormire sonni tranquilli. E invece qualche minuto dopo arriva il regalo di Rizzoli, che vede un fallo di De Rossi su Balotelli, regalando a Supermario la possibilità di accorciare nuovamente le distanze. Gol e segno di stizza verso il settore occupato dai tifosi romanisti, mentre Spalletti dalla panchina si esibiva in un bel “vaffa”.
La Roma potrebbe segnare ancora con Vucinic, ma è Hernan Crespo a guadagnarsi la gloria, quando appena entrato in campo, gira di testa un cross di Figo. 3-3 e tutti sotto la doccia, con la Roma costretta a mangiarsi le mani per l’occasione persa.
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