Mancini:”Resto, ma alle mie condizioni”

di Redazione Commenta

Dopo Donadoni, anche Roberto Mancini alza la voce e impone le condizioni per rimanere. Sembra andare di moda il diktat degli allenatori, che stanchi di essere sempre al centro delle polemiche adesso vogliono ribaltare la situazione, e rendersi protagonisti agli occhi del pubblico, magari tralasciando gli impegni sportivi.

Dopo essersi pentito per lo sfogo inopportuno di martedì sera, il Mancio ha chiesto scusa alla dirigenza, ai tifosi, ma ha posto le condizioni per rimanere. Prima fra tutte, il motivo scatenante che ha fatto prendere a Mancini la decisione di andarsene: il caso Figo.


La condizione necessaria per rimanere quindi sarà che il fuoriclasse portoghese se ne vada da Milano, soprattutto perchè, con il prolungamento del contratto di un altro anno, il “sogno” dell’allenatore di vederlo andare a giocare in Qatar per toglierselo dai piedi sembra sfumare.
Mancini si sa, non è uno di quegli allenatori simpatici che fanno andare d’amore e d’accordo tutto lo spogliatoio. E non è nuovo a questi “esili politici” in stile stalinista. Era già successo con Recoba, che non andava d’accordo col tecnico di Jesi, ed è stato mandato a Torino; poi è successo con Adriano, spedito a mettere un pò di minuti nelle gambe in Brasile; sembrava dovesse succedere con Viera dopo la scenata nella sostituzione col Genoa, ma il francese si è salvato con un chiarimento col tecnico che ha deciso di non multarlo. Ora succede anche con Figo, ormai in rotta definitiva con Mancini, con il quale non sembrano esserci margini di accordo.

La seconda condizione nella lista del Mancio è che il dottor Combi lasci la società. Secondo lui la causa dei tanti infortuni che stanno colpendo l’Inter in questi ultimi anni è del medico, e che questa sia stata anche la variabile che non ha permesso all’Inter di andare avanti in Champions negli ultimi anni, visti gli infortuni di Cambiasso e Viera dello scorso anno, e quelli di Samuel e Cordoba di questo. Moratti sembra potergli dare ragione, in quanto ha espresso la volontà di prendere decisioni definitive a giugno.

Ma non è finita qui, perchè per rimanere Mancini ha chiesto maggior potere decisionale, soprattutto in sede di campagna acquisti. Nonostante negli ultimi anni Branca abbia agito bene, il tecnico si è lamentato dell’ultimo mercato di gennaio, dove lui aveva chiesto dei nomi di prima fascia (Elano, Obodo, Konko), e il direttore sportivo era riuscito a portargli solo Maniche, che negli schemi dell’Inter proprio non ci azzecca niente. Inoltre vuole anche dei giocatori d’esperienza che in Champions facciano la differenza come avviene nel Milan, e non dei fuoriclasse che in campionato sono delle bombe, ma che in coppa poi spariscono (evidente riferimento a Ibra).

Insomma adesso la patata bollente passa a Moratti, che dovrà valutare la fattibilità delle richieste di Mancini, oppure se sarà il caso di prendere un allenatore che crei meno problemi. E Mourinho sta a guardare.

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