La rimonta sul Milan capolista è in fase di lavorazione, ma lui, Leonardo, tecnico del dopo-Benitez ed artefice del miracolo resurrezione, non si accontenta di avvicinare la vetta. Lui vuole lottare per lo scudetto e non nasconde la voglia di giocarsi le proprie anche in Champions League:
L’Inter ha voglia di vincere tutto. È impossibile scegliere, si scende in campo per vincere. La rosa ci permette di cambiare giocatori e di puntare sempre al successo. Come si fa a gestire? Non c’è nessuna scelta. Bisogna gestire nel modo migliore le energie, ma questa squadra è abituata a certi impegni.
Il prossimo impegno si chiama Cagliari, squadra abituata a sorprende e per nulla ridimensionata dalla cessione di Matri alla Juventus:
Con l’arrivo di Roberto Donadoni in panchina il Cagliari è cambiato un po’, ma c’è una base di giocatori che permettono alla squadra di mantenere certi equilibri. Il Cagliari ha sempre giocato un calcio molto offensivo, quindi mi aspetto una partita aperta. Donadoni è una persona che mi piace molto, uno davvero sensibile. Lo vedo bene, moderato, ha preso una squadra che a lui piace: è uno che porta al calcio cose positive.
Non manca un pensiero per Mourinho, il cui fantasma continua ad aleggiare nello spogliatoio nerazzurro:
Josè è mito che rimane perché lui ha fatto il massimo che si poteva fare. Più di quello che ha fatto Mourinho è impossibile. Quello che ha fatto Mourinho è dentro i giocatori che sono ancora qui, sono loro che portano avanti queste idee. Mourinho lo conoscevo già prima e quello facilitava sicuramente il nostro contatto. Lui è stato molto aperto in quel momento, un amico perché anche per me era un momento difficile. Arrivare a metà stagione in una squadra che ha vinto tutto, che ha grandissimi giocatori, ha i suoi bisogni, i suoi metodi. Lui mi ha dato un grande sostegno.
E forse anche qualche consiglio su come far convivere fior di campioni.