L’Inter si risveglia bruscamente dei sogni di gloria e comincia a fare il punto di una stagione per certi versi imbarazzante. Vero è che gli obiettivi di inizio stagione viaggiavano su una quota molto bassa, ma è vero anche che l’appetito vien mangiando e dalle parti della Pinetina ci si augurava qualcosa di meglio dalla stagione della ricostruzione. Il primo ad essere deluso è il patron Massimo Moratti, che abbandona la calma ed alza la voce, minacciando una rivoluzione a fine anno, a partire dalla guida tecnica.
La sconfitta interna contro il Bologna non è altro che la punta di un iceberg, visto che i problemi dell’Inter hanno ragioni molto più lontane e profonde. La colpa potrebbe non essere tutta di Stramaccioni, ma allo stato delle cose è proprio l’allenatore romano a finire sulla graticola ed a beccarsi la sfuriata del patron:
Ieri col Bologna c’è stata una specie di collasso, nel primo tempo specialmente. Una grande delusione, ma serve essere freddi nel valutare. Bisogna ricaricare morale e fisico. Il fare sempre male i primi tempi non credo sia fatto apposta, forse i giocatori entrano in campo con timore. Buttare via un tempo ogni gara è abbastanza grave. Branca dice che sarà ancora un’Inter con lui e Stramaccioni? Sono d’accordo, ma decido io. Se tutto rimane così, ma con risultati diversi, si può andare avanti.
Il destino di Stramaccioni è legato esclusivamente ai risultati, alla faccia del progetto tanto sbandierato fino a qualche settimana fa. L’Inter è ancora in corsa su tre fronti, ma potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosche di qui a giugno. Difficile rimontare il 2-1 nella seminale di Coppa Italia contro la Roma, quasi impossibile ribaltare lo 0-3 contro il Tottenham, mentre in campionato la quinta posizione potrebbe non bastare per agganciare il treno europeo. A Stramaccioni il compito di centrare almeno un obiettivo per salvare la stagione dell’Inter, ma anche la sua panchina.
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