C’era una volta l’Imperatore, quello che incantava le platee con le sue giocate e terrorizzava le difese avversarie con tocchi di alta classe. Poi fu il declino e il grande Adriano divenne un giocatore “normale”, persino scomodo per lo spogliatoio. Di storie sulla sua vita fuori dal campo ne abbiamo raccontate parecchie, ma mai come ora siamo certi che le ipotesi sul suo crollo fossero così vicine alla realtà. A raccontare quel triste periodo con la maglia dell’Inter è lo stesso attaccante brasiliano dalle pagine di R7:
Dopo la morte di mio padre, curavo la depressione con l’alcol e bevevo tantissimo, soprattutto birra. All’Inter, ai tempi di Mancini, mi presentavo ogni giorno ubriaco. A casa non dormivo per paura di fare tardi all’allenamento, ma arrivavo in condizioni talmente impresentabili che mi mandavano a dormire in infermeria e ai giornalisti dicevano che avevo avuto problemi muscolari.
Di lì la decisione di tornare in Brasile e di giocare con la maglia del San Paolo per sei mesi. Ma al ritorno a Milano Adriano si accorse che la sua situazione personale non era cambiata di una virgola:
Tornato da San Paolo, pensavo di aver superato i miei problemi, ma ricominciai a bere. Tornai per Mourinho, ma non fu sufficiente. Ricominciai di nuovo con le feste, le donne e l’alcol. Mourinho voleva tenermi, ma la società non volle saperne e così andai via…
E forse ha fatto bene, per se stesso e per l’Inter.
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