Lo Stadio Azteca, teatro di eventi memorabili

di Redazione 1

Dopo una breve interruzione, riprende il nostro viaggio alla scoperta degli impianti più suggestivi del mondo. Questa volta il nostro tour ci porta a migliaia di chilometri di distanza dal Belpaese, in uno stadio che risveglia in noi italiani ricordi indelebili, quasi quanto il Santiago Bernabeu di Madrid o l’Olympiastadion di Berlino.

Stiamo parlando del mitico Stadio Azteca di Città del Messico, teatro nel 1970 del Mondiale conquistato dal Brasile di Pelè proprio ai danni della nazionale azzurra. Ricordi tristi, certo, ma quel mondiale è ricordato anche e soprattutto per la cosiddetta partita del secolo, quando gli uomini di Valcareggi si imposero con un rocambolesco 4-3 contro l’allora Germania Ovest. A ricordare l’evento, una targa affissa sui muri dello stadio che recita:

El Estadio Azteca rinde homenaje a las selecciones de Italia (4) y Alemania (3) protagonistas, en el Mundial del 1970, del PARTIDO DEL SIGLO. 17 de junio de 1970.



Ma non basta. Lo stadio Azteca di Città del Messico ha avuto l’onore di ospitare anche il gol più bello mai visto su un campo di calcio. Inutile ricordare che si tratta  della serpentina di Maradona contro l’Inghilterra nel 1986, che lanciava l’Argentina verso la conquista del titolo mondiale.

Un impianto fortunato, dunque, il cui nome verrà ricordato nei secoli per gli eventi importanti di cui è stato teatro. Attualmente viene utilizzato per le gare interne del Club America e della Nazionale Messicana ed è tra i più grandi impianti a livello planetario con i suoi 115.500 posti a sedere.

Fu costruito nei primi anni ’60 per ospitare le Olimpiadi estive del 1968. Per la sua realizzazione vennero impiegati materiali derivanti dall’eruzione del vulcano Xitle. 180.000 tonnellate di pietra lavica, alle quali vennero aggiunte 100.000 tonnellate di cemento e 8.000 tonnellate di ferro, per dar vita ad uno degli impianti più maestosi del mondo.

La sua forma ellittica consente un’ottima visione di gioco da qualunque punto di osservazione, garantendo allo spettatore di godersi lo spettacolo anche da posizioni piuttosto lontane dal campo di gioco. Cos’altro aggiungere? Se capitate da quelle parti, fate tappa all’Azteca: ne vale veramente la pena!

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