E’ trascorso poco più di un mese da quando Sinisa Mihajlovic si è seduto per la prima volta sulla panca del Bologna, esordendo proprio contro la “sua” Roma, che lo aveva lanciato alla ribalta del campionato italiano una vita fa. Finì 1-1 con autorete di Cicinho nel finale, dopo che Totti aveva portato in vantaggio la Roma, regalando un dispiacere all’amico mister.
Amico si, perché fino a quel giorno (anzi, fino a ieri) pensavamo che i due fossero amici. Il capitano giallorosso aveva esordito in serie A nel 1993, proprio nel giorno in cui il serbo segnava il suo unico gol in maglia giallorossa. Ed è per questo che, alla vigilia di Bologna – Roma dell’8 novembre scorso, avevamo presentato la gara come una sorta di amarcord, riportando anche gli auguri reciproci tra i due. Ma evidentemente il rapporto non era così idilliaco, se è vero che ieri, in vista della gara di Coppa Italia che li vedrà nuovamente l’uno contro l’altro, Sinisa ha lanciato un messaggio non proprio d’amore all’indirizzo di Totti:
Totti per me non esiste più. Gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d’addio al calcio.
E non finisce qui lo sfogo dell’allenatore del Bologna. A sentir lui, il capitano della Roma dovrebbe addirittura ringraziarlo per la carriera in maglia giallorossa:
Si può dire che l’ho fatto esordire io. Di lui si parlava bene e una volta dopo averlo visto con la Primavera consigliai Boskov di portarlo con noi perché si abituasse al clima e magari farlo esordire se ce ne fosse stata l’occasione. Andammo a Brescia, segnai io e Caniggia e a un quarto d’ora dalla fine proposi a Boskov di farlo esordire e così fece.
Bisognerebbe sentire la versione di Boskov in proposito, ma a questo punto poco importa. Quello che conta è che Mihajlovic ha dimostrato ancora una volta di aver immediatamente capito come muoversi all’interno del pianeta calcio, non mancando di creare l’ennesima polemica (l’altra solo qualche giorno fa con Mourinho sul caso Adriano). Magari pensa che sia questa la strada giusta per diventare un grande allenatore o forse sta semplicemente tentando di scaldare una gara prima del fischio d’inizio.
Perché attaccare Totti adesso e non un mese fa? Forse perché la Roma di allora non faceva paura quanto questa ed il serbo potrebbe incappare nella prima sconfitta della sua avventura? Forse… Comunque Totti ha dato una sua versione dei fatti:
Nello stesso giorno della sua partita d’addio, il 9 giugno del 2005, a Napoli era in programma una partita del cuore con Cannavaro e Ferrara, organizzata dalla Diadora, mio sponsor tecnico, a cui ovviamente ero stato invitato. Se fossi andato da Mihajlovic mi avrebbero potuto accusare di inadempienza contrattuale. E allora, proprio per questo motivo, decisi di non partecipare né all’una né all’altra. Tutto qui.
Tutto qui, il resto ce lo racconterà il campo questa sera.