Anche i miti prima o poi se ne vanno. E Bobby Robson un mito lo è stato davvero durante i venti anni che ha calcato i campi di calcio per la felicità dei tifosi di Fulham, West Bromwich Albion e Vancouver Royals. Ma ancor più è stato un mito per le squadre che ha allenato, riportando sempre ottimi risultati.
Ora il mito sta per dare l’addio e non perché lasci per sempre il calcio, ma perché una terribile diagnosi si è abbattuta sulla sua testa.
Che fosse malato di cancro ai polmoni lo sapevamo da tempo, da quando nei primi anni novanta venne ricoverato in seguito ai primi sintomi della malattia. Ha lottato, ha provato a superare l’ennesima “avversaria” che gli si parava di fronte, ma di fronte agli ultimi esami clinici, nulla può fare per vincere la sua battaglia.
Sto morendo. Ho accettato il responso. La mia attuale condizione viene descritta come “statica” e non è cambiata dal mio ultimo ciclo di chemioterapia. I medici sono riusciti a fermare lo sviluppo del tumore ai polmoni e a breve farò un nuovo esame, ma lo so che sto andando a morire.
Una diagnosi che non lascia dubbi sulle condizioni di salute di uno degli allenatori più titolati d’Europa, capace di mietere successi in Inghilterra, in Olanda, in Spagna ed in Portogallo. Il mondo del calcio comincia a piangerlo ancor prima di che se ne vada, ma lui nonostante tutto non fa drammi:
Non ho alcuna intenzione di starmene qui seduto a pensare a quello che potrebbe o non potrebbe succedere. Ho passato un’estate frenetica: ho guardato Wimbledon e il cricket, sono stato al mio torneo di golf delle celebrità in Portogallo e mi sono organizzato per trascorrere qualche giorno di vacanza prima di tornare a Londra, dove sono stato premiato dalla Football League Managers Association.
Coraggioso da far tenerezza, Bobby Robson. E riesce a pensare anche a coloro che stanno vivendo la sua stessa situazione. Proprio ieri ha staccato un assegno da 500.000 sterline a favore della Sir Bobby Robson Foundation che si occupa di tumori. Questo è Bobby Robson, grande allenatore e grande uomo, che affronta con dignità il destino che sta per compiersi. Uno come lui mancherà al calcio.