Ancora Paul Gascoigne a tenere banco sulle prime pagine dei giornali, in quella che potrebbe essere una delle sue ultime apparizioni mediatiche. Non per fare da menagrami, ma se continua di questo passo, tra non molto ci toccherà preparare un elogio funebre dell’ex campione inglese, sempre più alle prese con i guai legati all’abuso dell’alcol.
E’ di un paio di giorni fa la notizia dell’ennesimo arresto per aggressione e danneggiamenti, che lo porterà probabilmente al terzo ricovero in pochi mesi. Ma questa non è che la punta dell’iceberg.
Difficile trovare una data di inizio per il suo declino, visto che già da quando correva dietro ad un pallone era ben noto ai paparazzi per le sue notti brave all’interno di locali più o meno alla moda. Lo salvava all’epoca il fatto di saper incantare le folle con le sue giocate, di fronte alle quali tutto passava in secondo piano. Ma ora non ha più scudi dietro i quali ripararsi e a guardarlo sembra solo la controfigura del campione ammirato sul campo.
Dal novembre dello scorso anno, la stampa ha avuto modo di occuparsi delle sue vicende spesso e volentieri, a partire dai “disturbi” provocati all’aereoporto di Malta, quando voleva imbarcarsi sebbene fosse ubriaco fradicio. Poi in febbraio arrivò il ricovero coatto, in base alla Mental Health Act, in seguito ai problemi causati all’interno di due esclusivi hotel londinesi, dove Gazza non mostrava pudori, girando nudo e infastidendo gli altri ospiti. Ma a cosa servono 72 ore di ospedale per uno come lui, palesemente sull’orlo del baratro?
E infatti dopo qualche mese, rieccolo ad occupare le prime pagine dei tabloid, con un tentato suicidio nel bagno del Millennium Hotel di Londra, dove solo l’intervento della polizia riuscì ad evitare il peggio. E stavolta qualcuno era riuscito a convincerlo a sostare per qualche mese in una struttura ospedaliera.
Finita qui? No, perché appena uscito, un violento litigio con l’ex moglie Sheryl lo aveva portato ad allontanarsi di casa per seguire la band degli Iron Maiden in concerto in Ungheria. E qui altri problemi con l’alcol, con tanto di “fuga” senza lasciare tracce e nuova corsa in ospedale a causa di un’overdose. Il resto è storia recente: i danneggiamenti al telefono di un ammiratore e l’aggressione ad un fotografo all’esterno di un bar.
Ed ora arriva anche il racconto di chi ha vissuto le ultime ore in compagnia di Gazza prima dell’ennesimo arresto. Stando alla testimonianza, dopo una quindicina di doppi whisky, Gascoigne si sarebbe vantato di aver chiamato prima il Papa, poi il Presidente degli Stati Uniti per parlare dei suoi problemi. Non sappiamo quanto conforto possa ricevere da George Bush, ma l’idea del Papa non è male: chissà che non possa mettere una buona parola con qualcuno lassù…