Chiamatelo Batigol o, se preferite, Re Leone, ma in ogni caso il suo nome continua ad essere ricordato con grande affetto ovunque abbia giocato. Gabriel Batistuta nei suoi anni italiani è stato un vero idolo sia per la tifoseria viola che per la Curva Sud, guadagnandosi il titolo di beniamino a suon di gol.
In Italia lo volle fortissimamente Vittorio Cecchi Gori, dopo averlo visto giocare nella Coppa America del ’91, quando El camion (come veniva chiamato all’epoca) trascinò l’Argentina alla vittoria finale, conquistando anche il titolo di capocannoniere. Sul centravanti si erano posati gli sguardi interessati di diversi club europei, ma alla fine fu il vicepresidente viola a portarlo a Firenze, dandogli la possibilità di diventare uno dei più forti attaccanti di quel periodo.
Nei nove anni in maglia viola Gabriel Batistuta è riuscito a regalare grosse soddisfazioni al suo pubblico, mettendo a segno ben 152 gol in serie A (record assoluto) e portando a Firenze una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Per lui anche momenti tristi in maglia viola, come quando nella stagione ’93-’94 la città conobbe l’onta della retrocessione in B. Ma Batigol in quel caso dimostrò riconoscenza verso la città che lo aveva visto crescere (calcisticamente) e, nonostante le numerose offerte, rimase a guidare l’attacco per tornare immediamente nella massima serie.
Nell’estate del 2000, Batigol divenne il Re Leone (soprannome che gli affibbiò un celebre commentatore giallorosso) e si trasferì alla Roma, non senza polemiche. Una parte della tifoseria viola non gli ha mai perdonato il “tradimento”, ma per Batistuta era giunto il momento di provare a vincere con un’altra maglia. E così fu. Nella prima stagione in giallorosso, Gabriel riuscì a segnare ben 20 gol in campionato, trascinando la Roma alla conquista dello scudetto. La mitraglia di Batistuta procurò non pochi danni agli avversari in quella stagione magica per il pubblico di fede romanista.
Purtroppo per lui e per la Roma, però, negli anni successivi il Re Leone non riuscì più a ruggire come avrebbe sperato e pian piano il mito cominciò a scendere dal piedistallo. La storia d’amore si interruppe nel gennaio del 2003, quando l’argentino venne venduto all’Inter, beccandosi anche le accuse pubbliche di Franco Sensi:
Batistuta è solo un ingrato ed è professionalmente finito.
Finito o no, dopo mezza stagione in maglia nerazzurra, lasciò l’Italia per godersi un ingaggio da nababbo (due stagioni da 8 milioni di dollari all’anno) in una squadra del Qatar. Ma, nonostante la fine della carriera in un campionato minore, non si può certo negare che Batistuta sia stato uno dei forti centravanti che abbiano mai calcato i campi italiani.
Sanghino 3 Agosto 2008 il 23:41
Cara Gioia, come ormai saprai oltre ad essere un vostro lettore sono anche “piccolo blogger” che cerca di parlare della propria passione per la Fiorentina e quindi non posso esimermi dal commentare questo bel post su quello che è stato uno dei miei idoli: Bati.
Nel tuo post secondo me c’è un errore, il sopranome “Re Leone” era in uso già a Firenze prima del periodo romanista … ne è un esempio un articolo pubblicato su la Gazzetta datato marzo 2000, quindi prima del trasferimento alla Roma, in cui si chiama proprio così il campione argentino. Tutto questo non toglie che possa essere stato quello stesso commentatore romano a coniare quell’appellativo, anche se ho dei dubbi ed in merito sto facendo delle ricerche che se porteranno a conclusioni diverse non mancherò di comunicarti.
Tutto questo ovviamente per dovere di cronaca.
http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/marzo/15/notte_Batigol_Toldo_ga_0_0003152752.shtml
Gioia Bò 3 Agosto 2008 il 23:50
Grazie per la puntualizzazione Sanghino. Probabilmente è come dici tu, che di Fiorentina ne sai molto più di me, ma io mi affido a determinate fonti e purtroppo mi rendo conto che a volte non sono così affidabili. 🙂
Sanghino 4 Agosto 2008 il 00:10
Anche in questo viene citato come “Re Leone” e siamo nel 1999:
http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/22/Silenzio_gioca_Batistuta_ga_0_9909226981.shtml
Sanghino 4 Agosto 2008 il 00:21
Concludo con questo, per non abusare troppo dello spazio, siamo nel 1997, ancora dalla Gazzetta, sto cercando di mettermi in contatto con il giornalista Luca Calamai per sentire anche il suo parere visto che sempre è la firma quando vi è una citazione …
http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/febbraio/18/Ranieri_volta_pagina_ga_0_9702189657.shtml