Nella settimana che conduce a Milan-Napoli – decisiva per le sorti delle due compagini in chiave Champions League – arrivano notizie che potrebbero turbare l’ambiente partenopeo, in particolare il bomber Edinson Cavani. Stando ad indiscrezioni provenienti dall’Uruguay, il Matador si sarebbe separato dalla moglie Maria Soledad, dalla quale ha avuto due figli.
LA PRESUNTA RELAZIONE CON UNA STUDENTESSA. Negli ultimi mesi il nome dell’attaccante azzurro è finito spesso sulle pagine di gossip per via della presunta relazione con una studentessa napoletana, tale Stefania Fummo. Le riviste specializzate avevano sbattuto in prima pagina la “tresca”, parlando di passeggiate mano nella mano ai piedi del Vesuvio. Quanto c’era di vero nelle indiscrezioni dei giornali? Probabilmente non lo sapremo mai, ma forse la vicenda ha creato qualche crepa nel rapporto tra Cavani e la moglie.
Proprio nei giorni della bufera mediatica, infatti, Maria Soledad regalava al Matador il secondo figlio, Lucas, che andava ad allargare la famiglia, dopo l’arrivo di Bautista un paio di anni fa. Potrebbe essere la presunta relazione con una ventiduenne la causa del divorzio (anche questo presunto) tra i due? Il sito uruguaiano Tv Show rivela che la separazione è avvenuta “a causa di rapporti usurati e di pochi interessi in comune”.
NESSUNA SMENTITA. Dal diretto interessato non arrivano conferme né smentite, mentre la voce circola velocemente sul web, con tanto di dettagli sulla presenza a Napoli di alcuni componenti della famiglia del calciatore in segno di vicinanza in un momento particolarmente delicato. Intanto Cavani cerca di prepararsi per la delicata sfida contro il Milan, in programma domenica sera, nel posticipo della 32esima giornata di campionato.
I partenopei sperano di mantenere il vantaggio (o magari di aumentarlo) sugli avversari, in modo da mettere un altro mattone sulla qualificazione diretta alla Champions League del prossimo anno. Il Milan insegue a quattro punti e dovrà dimostrare di poter fare a meno di Mario Balotelli, fermato dal giudice sportivo per tre giornate.
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