Quella di ieri è stata probabilmente la pagina più vergognosa del calcio italiano. Un gruppo di esagitati che ferma una partita di calcio soltanto perché la loro squadra stava perdendo è una incredibile vergogna, ed ora bisognerà fare in modo che ciò non accada più. Ciò che maggiormente ha colpito è che, di fronte alla richiesta degli ultras di far togliere la maglia ai calciatori, loro l’hanno fatto, nonostante qualche resistenza, dopo che Preziosi gli ha ordinato di accontentarli.
Il presidente di Lega Beretta è chiaro e chiede tolleranza zero:
Sarebbe molto importante dimostrare che chi si macchia di colpe del genere, sia chiamato a rispondere in maniera molto pesante e molto diretta. Intanto bisogna applicare con la massima severità tutte le norme esistenti. Non è sufficiente squalificare il campo, bisogna riuscire a fermare questi facinorosi che creano un danno al calcio, al Genoa e all’immagine di questo mondo. Dobbiamo renderci conto che rispetto a episodi di questo genere e ai loro protagonisti, serve dal punto di vista giuridico tolleranza zero.
PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI E PENALI – Le norme ci sono, basta applicarle. Tra l’altro i tifosi non avevano nemmeno il volto coperto e dunque sono facilmente identificabili, e a questo punto un provvedimento di Daspo sarebbe la soluzione più ovvia. Inutile dire che il campo di Genova sarà squalificato fino alla fine del campionato. Resta da vedere cosa accadrà nel prossimo, e se la squadra subirà delle penalizzazioni. Secondo il regolamento dopo 45 minuti di sospensione scatta la sconfitta a tavolino ed un punto di penalità. La sospensione è durata 40 minuti, vedremo se il giudice sportivo deciderà di usare ugualmente il pugno duro.
Nel frattempo Abete ha già convocato un consiglio d’urgenza della Figc per prendere provvedimenti seri su e contro il Genoa ed i suoi tifosi, perché come sempre per pochi stupidi pagano anche quelli che non c’entrano niente. L’idea sembra quella di punire anche la società perché Abete la considera “omertosa”, a proposito della vicenda delle maglie:
Non è pensabile che il mondo del calcio ceda a un ricatto davanti a soggetti identificabili e sanzionabili. Il problema è che questi episodi vanno denunciati, non si può dire sono sempre gli stessi, altrimenti scatta un meccanismo omertoso che può creare danni al mondo del calcio. Se c’è tolleranza o speranza che poi le cose non succedono non si può rimanere stupiti. Le società, i dirigenti hanno delle responsabilità e quando si hanno dei ruoli sia a livello dirigenziale che di professionisti ci si deve assumere la responsabilità. Non fa piacere avere contro una parte della tifoseria ma bisogna assumersene il rischio che i propri comportamenti non siano graditi. Occorrono denunce molto più forti e che non si pensi che le cose vanno a posto da sole. Non va data vinta a questi delinquenti quella della consegna della maglie è una resa. La maglia si disonora non perdendo una partita perchè si è più deboli, ma quando si rinuncia a portarla e la si consegna alla critica e al dileggio davanti a soggetti che non meritano nulla e che peraltro sono facilmente identificabili. Non si capisce perschè siano ancora in circolazione.
E mentre Preziosi cerca di giustificarsi affermando che ha chiesto di togliere le maglie per “buon senso”, ora la città di Genova è in ansia perché un’eventuale penalizzazione potrebbe condannare la squadra in Serie B.
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