Nervi tesi in casa Francia, mentre il biscotto sta per essere inzuppato nel latte di Uruguay-Messico, alle quali basta un solo punto per essere certe della qualificazione agli ottavi di finale della Coppa del Mondo. I vicecampioni del mondo stanno per salire sull’aereo che li riporterà in patria, dopo aver raggiunto la qualificazione alla kermesse mondiale solo grazie ad un colpo di fortuna (anzi di mano).
Ma la sorte si è ripresa tutto con gli interessi ed ora la classifica del girone A recita Uruguay e Messico 4 punti, Francia e Sudafrica 1 punto. Nervi tesi, dicevamo, le cui prime avvisaglie si sono avute nell’intervallo della gara contro il Messico, quando Domenech invitava Anelka a rispettare le consegne se non voleva rischiare di uscire anzitempo dal campo. Ma l’attaccante del Chelsea non ha gradito né il “consiglio” né i toni usati dal ct ed ha risposto per rime, mandando a quel paese Domenech e apostrofandolo con il più classico “figlio di…”.
E allora fuori Anelka per far posto al meno esperto Gignac, che però non riuscirà a cambiare le sorti dell’incontro, visto che i messicani riusciranno ad imporsi per due reti a zero. Ma al di là di come sia finita la gara, gli insulti e la mancanza di rispetto di Anelka restano, tanto che nella questione si è infilato a piedi pari il presidente della Federcalcio francese, che ha rispedito a casa senza troppi complimenti l’attaccante. E dire che il diretto interessato aveva anche tentato di difendersi:
Quelle parole non sono mie. Ho avuto una discussione con il selezionatore ma questa si è tenuta all’interno dello spogliatoio e là doveva restare. Non so a chi possa fare bene rendere pubbliche certe cose, di certo non fa bene alla squadra. Io ho molto rispetto per la Nazionale.
Per la Nazionale forse si, ma non per Domenech che è stato (poco) cortesemente mandato a farsi benedire.
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