Ancora una morte senza un perché su un campo di calcio. Ancora una giovane vita strappata agli affetti in seguito ad un malore sul rettangolo verde. Ancora mille domande e poche risposte sull’adeguatezza dei controlli medici che dovrebbero garantire l’incolumità fisica degli atleti. Piermario Morosini, un ragazzo come tanti, che viveva di pane e pallone, confinato nell’anonimato della serie cadetta. Piermario Morosini, un nome che va ad aggiungersi ai tanti, troppi calciatori che hanno pagato con la vita la propria passione per il pallone.
Correva l’anno 1977 quando l’Italia si rese conto che si può morire su un campo di calcio. Renato Curi morì inseguendo un pallone sul campo di Perugia che oggi porta il suo nome. Qualche anno prima la stessa sorte era toccata al romanista Giuliano Taccola, morto dopo un malore negli spogliatoi dello stadio di Cagliari.
Altri tempi, un altro calcio, forse l’impossibilità di approfondire i controlli sulla tenuta del cuore dei giocatori. Ma la spiegazione non soddisfa, se è vero che si continua a morire sui campi di calcio. La mente torna al camerunense Marc Vivien Foe, crollato a terra nel corso di una partita di Confederations Cup e morto qualche ora più tardi in ospedale. Il referto medico parlerà di una malformazione congenita ed è lecito chidersi come mai il suo problema sia venuto fuori solo dopo la morte.
Per una cardiomiopatia ipertrofica mai diagnosticata è morto invece Miklos Feher, attaccante ungherese del Benfica. Solito sconcerto del mondo del calcio e solite polemiche sui controlli forse troppo superficiali. Le stesse polemiche che seguirono la morte di Antonio Josè Puerta, centrocampista del Siviglia, morto a soli 23 anni mentre correva dietro ad un pallone.Meno di un mese fa l’ennesima tragedia sfiorata su un campo di calcio, allorché Fabrice Muamba si accasciava a terra nel corso di Tottenham-Bolton. Il centrocampista inglese è tornato alla vita dopo qualche ora e potrà raccontare la propria disavventura. Nulla da fare invece per Morosini, Curi e per tutte le giovani vita stroncate su un rettangolo verde.
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Marco Mancini 14 Aprile 2012 il 23:31
che tristezza…