Si sa che tantissimi giocatori di livello, alla fine della loro carriera, non ci stanno ad appendere subito gli scarpini al chiodo e non ci stanno a fare proprio tanta panchina pur di restare legati alla maglia della società che li ha cresciuti e resi grandi. Molti vanno a farsi belli in campionati “minori”. Il caso del Kwait è diverso.
Lo stadio Jaber Al Ahmad è colorato come un lunapark, o più semplicemente come tutti gli alberghi che si affacciano sul golfo. Per la sfavillante riapertura ha scelto un team di ex stelle del pallone, riunite per il Kuwait Champions Challenge. E la stella più brillante di tutte, David Beckham, si riunirà alla comitiva intorno alle 12, poche ore prima della partita. Sarà un mezzogiorno di fuoco soprattutto per i media locali, che in questi giorni si sono appassionati all’anatema lanciato dalla Fifa alla manifestazione, una minaccia di sanzioni che ha pesato sull’organizzazione del match (Gerrard e Pirlo hanno rinunciato), ma non ha scoraggiato gente come Shevchenko, Figo, Nesta, Roberto Carlos, Pires, Ronaldinho, Puyol, Zambrotta e altri. Tutti ampiamente ringraziati dai notabili locali, che hanno raccolto un bel po’ di soldi con i sessantamila biglietti per lo stadio: entrata gratis, ma con una offerta obbligatoria di 3 euro che sarà devoluta al Bacch, il primo ospedale per bambini del Medio Oriente.
Una buona causa, una causa benefica, che ha anche una bella guida. Scrive ancora la Gazzetta:
Ieri si sono allenati sotto gli occhi divertiti di Fabio Capello, che li guiderà contro una selezione di giocatori del Kuwait democraticamente eletta con sondaggi popolari.