Il suicidio di Gary Speed, ex calciatore e fino ad una settimana fa ct del Galles, ha avuto una forte eco in Gran Bretagna dove l’evento ha colpito molti suoi colleghi. Già dopo il suicidio di Enke, il portiere della nazionale tedesca, avvenuto due anni fa, fu stampato un opuscolo di 36 pagine in cui si spiegava agli ex atleti come riconoscere i sintomi della depressione e cercare aiuto prima che fosse troppo tardi. Quell’opuscolo evidentemente non è arrivato a casa di Speed, e per questo l’Associazione dei Calciatori britannici ha deciso di inviarlo a tutti i suoi iscritti.
Si tratta di qualcosa come cinquantamila persone che riceveranno la guida per “evitare il suicidio”, e per farsi aiutare in caso di crollo psicologico a cui spesso i calciatori sono soggetti.
C’è stata una tremenda esplosione di emozioni questa settimana. Dopo la morte di Gary abbiamo pensato che fosse opportuno aumentare la tiratura per offrire adeguato sostegno a tutti quelli che ne hanno davvero bisogno perché i disturbi mentali meritano comprensione e gli atleti, o ex atleti, sono esposti a questo tipo di patologie
ha spiegato Gordon Taylor, presidente dell’associazione che sa benissimo che l’opinione pubblica britannica, ma anche quella mondiale, non reggerebbe un altro caso-Speed.
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