Altri cinque tifosi della Pro Patria sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di divulgazione, in concorso, di espressioni di razzismo durante l’amichevole giocata contro il Milan, sospesa per le ingiurie lanciate contro Boateng e altri calciatori di colore che hanno così deciso di lasciare giustamente il campo. I cinque sono stati identificati dagli agenti della questura di Varese e dalla Digos locale, sfruttando le telecamere di sorveglianza messe a disposizione nell’impianto sportivo di Busto Artizio, dove si stava giocando l’amichevole. Di età compresa tra i venti e i trent’anni, erano in compagnia del primo ragazzo fermato. Tutti incensurati.
STADIO BLINDATO – La Pro Patria tornerà in campo in trasferta a Savona. Viste le recenti vicende, le forze dell’ordine locali hanno deciso, su disposizione del questore Vittorino Grillo, di predisporre un servizio di vigilanza speciale, come solitamente accade per le partite ad alto rischio. Il gruppo operativo sicurezza voluto da Gerardina Basilicata, prefetto di Savona, si attiverà per garantire che l’incontro si giochi in un clima distesa, sia in campo che sulle tribune. Le forze dell’ordine si occuperanno in ogni caso di tenere separate le due tifoserie.
TIFOSI COL VOLTO NERO – Per fortuna, da parte dei veri tifosi della Pro Patria c’è l’intenzione di dissociarsi totalmente dal gruppo che ha intonato i cori razzisti, cosa che peraltro era avvenuta durante il match. Per questo, la quarantina di tifosi che seguirà la squadra in trasferta, si presenterà allo stadio con il volto completamente dipinto di nero. Un segnale forte per dire ancora una volta e per tutte, basta al razzismo. La speranza è che il brutto episodio di Pro Patria – Milan sia un esempio definitivo per il calcio italiano, che ha disperato bisogno di tenersi lontano da vergognose mancanze di rispetto verso le altre etnie. E speriamo di non dover raccontare di altre situazioni del genere nei prossimi giorni.
Photo credits | Getty Images