Perché mandare il proprio figlio a praticare uno sport di squadra? Sicuramente nella scelta dello sport si combinano due esigenze: quella di far fare ginnastica al ragazzo e quella d’insegnargli a stare insieme agli altri e rispettare le regole. Allora perché un papà si sente in diritto di picchiare un direttore di gara?
In una gara le regole del gioco sono quelle dettate dal regolamento e il direttore di gara è chiamato a far rispettare quelle regole. Nel calcio funziona così, proprio come il sistema della giustizia tricolore. Lungi dal voler perdere tempo nel paragone, andiamo al fatto di cronaca: in una partita di campionato Giovanissimi a Tricase in Puglia, l’arbitro minorenne è stato picchiato dal papà di un calciatore.
In campo c’erano ragazzi 14 e 15 anni iscritti alle squadre dei Giovanissimi di Tricase e Sogliano Cavour. Il direttore di gara era un ragazzo di 17 anni. Ad un certo punto della gara il papà di un giocatore ha invaso il campo e ha schiaffeggiato ripetutamente il direttore di gara di Casarano. L’arbitro minorenne ha dovuto abbandonare la partita che è stata sospesa per ricevere una medicazione in ospedale. È stato dimesso con una prognosi di tre giorni.
Il primo a chiedere scusa dell’accaduto è stato il figlio dell’aggressore che in lacrime, mortificato, si è scusato per il gesto del padre. I carabinieri, adesso, indagano sulla vicenda che purtroppo non è il primo caso in questa stagione. Il 26 ottobre scorso, infatti, sempre in un campo salentino, l’arbitro minorenne designato per dirigere una partita a Cavallino, è stato ugualmente aggredito.
Il padre dell’arbitro aggredito, che era sugli spalti durante la partita, ha detto:
Ero sugli spalti non mi sono neppure accorto che quell’uomo era riuscito a scavalcare una rete di tre metri e ad entrare in campo. Gli ho chiesto perché l’avesse fatto e lui mi ha risposto solo che gli erano venuti due minuti… mi ha fatto piacere la reazione dei ragazzini in campo dopo l’aggressione. La loro sì che è stata una lezione.