Ancora nei guai Adrian Mutu, con i fantasmi del passato che ritornano a farsi sentire. Mentre il calciatore viola sta scontando una seconda squalifica per doping, stavolta per la positività ad uno stimolante per perdere peso, arriva la sentenza di secondo grado riguardante la prima squalifica, quella per cocaina. E le notizie non sono affatto buone.
Il Chelsea nel 2004 decise di rescindere unilateralmente il contratto del calciatore rumeno, forse convinto che non sarebbe più tornato a giocare con una macchia del genere sul suo passato. Ma dopo solo pochi mesi l’attaccante si rimise in piedi e passò gratuitamente alla Juventus, dove dimostrò di essere ancora in grado di giocare ad alti livelli.
A causa di questa perdita monetaria, il club di Londra chiese un risarcimento danni al calciatore per il valore del suo cartellino dell’epoca, 17,1 milioni di euro, accordatagli dal tribunale sportivo in primo grado. Mutu fece ricorso, ma oggi è arrivata la sentenza di secondo grado che condanna il giocatore della Fiorentina a pagare quel risarcimento fino all’ultimo centesimo, maggiorato degli interessi che partono dal 12 settembre 2008, data della sentenza di primo grado. Ora bisognerà vedere come farà a pagare una tale cifra.