Quando si parla di calcio abbiamo sempre in mente la serie A e in questi giorni anche i Mondiali di Calcio di Brasile 2014 vinti dalla Germania per un goal a zero contro l’Argentina di Messi e Mascherano. In realtà esiste anche un altro modo di fare calcio.
Un altro calcio è possibile e si chiama calcio sociale. L’ultimo dei campi dedicati a questo modo di vedere e praticare il calcio, è nato a Corviale, un quartiere alla periferia di Roma. Il punto di partenza è l’accoglienza, il rispetto delle diversità, l’attenzione alla crescita della persona e la particolare attenzione rivolta verso gli ultimi. Se tutti questi principi guidano scelte ed azioni, allora vuol dire che si è fatta propria la vision di Calciosociale.
Calciosociale è una realtà che da otto anni lavora nei contesti giovani e riesce a raccogliere intorno alla sua proposta un numero sempre maggiore di ragazzi che hanno bisogno di un punto di riferimento e di un’alternativa ai valori che la società che vivono impone loro. In Italia Calciosociale conta ben 500 tesserati con tutte le loro famiglie.
Questa iniziativa vuole promuovere attraverso il calcio dei valori e dei principi che sono alla base di una vita votata all’accoglienza, al rispetto della diversità, alla crescita della persona e al rapporto sano costruito con la società.
Tutte le iniziative di Calciosociale hanno scopi pedagogici dal valore psico-terapeutico e pongono una particolare attenzione sulle capacità delle persone, sugli handicap presenti nel contesto in cui si opera. Calciosociale promuove anche valori “spirituali”. I campi in cui attualmente opera sono quello di Corviale a Roma, quello di Scampia a Napoli, quello di Montevarchi in provincia di Arezzo e quelli di Cagliari e Carsoli in Abruzzo.
Calciosociale è un’iniziativa nata nel 2006 grazie ad un gruppo di educatori e tecnici sportivi. La loro passione è l’uomo e per questo sperimentano un modello educativo che è nuovo ed efficace. Il successo del torneo God is Love ne è un esempio.