Molte notizie che riguardano il calcio prendono spunto dalle vicende dei giocatori, dell’avvicendamento degli allenatori e qualche volta dalle lotte ai vertici come quella tra Blatter e Platini. Ma di tanto in tanto bisognerebbe dare un’occhiata anche ai tifosi.
I tifosi purtroppo emergono soltanto quando si parla di azioni eclatanti, di incidenti, di proteste, di morti ammazzati e quant’altro. Si trascura la tifoseria moderata, quella che sale in tribuna tutte le domeniche soltanto per vedere del buon calcio.
Anche oggi ci troviamo così a parlare di un evento tragico, quello del ritrovamento di una gamba nel fiume Aniene che è attribuibile ad un ultrà della Lazio. Ecco la storia raccontata dalla Gazzetta dello Sport:
Quella gamba trovata sulle rive del fiume Aniene, con sul polpaccio (tra gli altri) anche il tatuaggio “SS Lazio” appartiene a Gabriele Di Ponto, ultrà della Lazio di 36 anni, con precedenti per rapina. La scoperta è raccontata dal Corriere della Sera, che cita fonti investigative: Gabriele, di cui non si hanno più notizie da diversi giorni, è stato ucciso e poi fatto a pezzi.
L’ULTIMA CONFERMA — Secondo le indagini effettuate dalla polizia quella gamba corrisponde all’arto sinistro, con cinque tatuaggi in onore del tifo biancoceleste, di Gabriele Di Ponto. Manca solo la conferma definitiva dell’esame del Dna, estrapolato dai medici del Gemelli e da confrontare con quello ricavato da alcuni oggetti personali del trentaseienne – e prelevato ai parenti – che arriverà probabilmente lunedì.