Il formato dell’Europa League probabilmente ha fatto contento il presidente dell’Uefa Michel Platini. Se voleva mettere sullo stesso piano i club delle grandi nazioni e quelli delle “piccole”, e voleva che le piccole squadre avessero più possibilità di qualificarsi, ha ottenuto quello che voleva.
Al momento sono già 5 le squadre che, a due giornate dal termine della fase a gironi, sono qualificate, e tra queste, oltre ai club che ormai non sorprendono più come Shaktar Donetsk e Galatasaray, spiccano anche nomi inaspettati come quello dell’Anderlecht che ieri sera, vincendo contro il Timisoara, lo mette a distanza di sicurezza. Tra i club qualificati troviamo anche Ajax e Werder Brema, che come le squadre già citate, hanno vinto la partita di ieri.
Ma ad un passo dalla qualificazione ci sono anche club sorpresa come il Salisburgo, nel girone della Lazio, a cui basta un punto per passare al turno successivo dopo lo 0-1 di ieri in casa del Levski Sofia, o l’Hapoel Tel Aviv, che battendo 0-3 il Rapid Vienna ormai sente la qualificazione in tasca.
Ma in tutto questo che fine hanno fatto i grandi club? Le italiane, lo sappiamo, hanno buone chance di qualificazione, ma non è così per le altre grandi. Le spagnole (Valencia, Atletic Bilbao e Villareal) sono nella stessa situazione delle italiane; le tedesche possono vantare il Werder già qualificato, l’Amburgo molto vicino alla qualificazione, ma l’Herta, che già in campionato balbetta, ad un passo dall’eliminazione; le francesi hanno il Lille quasi qualificato, ma il Tolosa in serio pericolo; ed infine le inglesi sono le più inguaiate, con solo l’Everton ed il Fulham a rappresentarle, entrambe con un piede nella fossa.