Un beneficio economico a 360 gradi, in grado di coinvolgere realtà diverse dall’industria dell’ abbigliamento al turismo, dai media alle infrastrutture. Euro 2016 ha rappresentato un giro d’affari mondiale. Un evento di questa portata è stato in grado di intersecare perfettamente l’aspetto sportivo, un evidente richiamo per tutti gli appassionati e tifosi di calcio, a quello economico, un’attrattiva di largo appeal per i grandi brand.
L’edizione 2016 ha visto scendere in campo per la prima volta 24 squadre, impegnate nel contendersi lo scettro di regina europea.
Dalla nascita nel 1960 ad oggi il campionato è cresciuto a ritmo frenetico, impegnando praticamente la metà delle 54 federazioni affiliate all’Uefa, che si sono date battaglia per aggiudicarsi il prestigioso trofeo.
Emittenti televisive e media
L’evento sportivo è stato trasmesso in 205 paesi, mentre si sono occupate dei collegamenti ben 110 emittenti televisive.
I media, al pari delle tv, si sono dedicati a 360 gradi del campionato europeo, traendo dall’evento guadagni consistenti soprattutto in termini pubblicitari.
La domanda di spot pubblicitari da trasmettere durante gli eventi è aumentata a livelli esponenziali.
Considerando il caso italiano nel nostro paese hanno trasmesso i match due realtà televisive la Rai e Sky.
Per Sky Media, concessionaria di punta della pay tv, l’evento ha rappresentato un livello di raccolta che si è assestato fra i 25 e i 30 milioni di euro, mentre per Rai Pubblicità l’evento ha visto un introito pari a 59 milioni di euro.
In Francia invece TF1, la prima azienda in ambito televisivo, ha speso secondo, IG Markets, 40 milioni di euro per aggiudicarsi i diritti televisivi.
Brand e vendite
In Italia sono molte le aziende che hanno riservato campagne pubblicitarie specifiche a Euro 2016, traendo notevoli risultati economici, fra cui Coca-Cola, Fiat, Carrefour, Euronics, Birra Moretti e Cornetto Algida.
Volate decisamente in alto le vendite di abbigliamento e gadget sportivi.
I grandi brand hanno approfittato dell’evento per creare vetrine ad hoc, anche grazie ai calciatori di riferimento, inseriti nelle reciproche scuderie.
Interessante il confronto fra Adidas e Nike, che si sono affrontate fuori e dentro il rettangolo di gioco.
Adidas può contare su un campione della portata di Paul Pogba per la Francia, Gareth Bale per il Galles, e Mesut Özil per la Germania.
Nike accetta il guanto della sfida con il 3 volte vincitore del Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo per il Portogallo, Wayne Rooney per l’Inghilterra e Zlatan Ibrahimović, il vulcanico campione svedese.
Ed è così che le vendite al dettaglio dei brand, che hanno investito sull’evento calcistico, sono salite. Gli sportivi per sentirsi più vicini ai loro campioni hanno espresso il desiderio di indossare gli indumenti degli sponsor di riferimento.
Significativo l’esempio degli islandesi. In occasione dei risultati pregevoli di avvio campionato della loro nazionale gli islandesi, per sentirsi vicini al team e vivere in prima persona il sogno sportivo, hanno deciso di acquistare, in massa, maglie e gadget della squadra.
L’Erreà, sponsor tecnico della nazionale islandese, che ha la sede San Polo di Torrile, piccolo paese della provincia di Parma, è stata presa d’assalto dalle richieste dovendo moltiplicare l’attività per evadere gli ordini.
Calcio e turismo
A trarre enormi benefici anche il comparto turistico.
L’evento ha garantito l’arrivo in Francia di oltre 2,5 milioni di tifosi, con un giro d’affari stimato intorno a 1,266 miliardi di euro ed una probabile salita del Pil francese dello 0,2%. I dati sono quelli resi noti dal Centro per il diritto e l’economia nello sport di Limoges.
A trarne vantaggio le realtà che si occupano di turismo e l’indotto, con grande beneficio per le aziende di trasporto di terra e genericamente quelle di accoglienza, dalle compagnie aeree al comparto alberghi e ristorazione.
In occasione di Euro 2016 l’agenzia nazionale del turismo francese, Atout France ha predisposto di tutto punto un programma per incentivare le visite nelle città francesi, coinvolgendo i tifosi ed invogliandoli a conoscere più da vicino il territorio e non solo le aree sportive riservate agli eventi.
La ricaduta turistica non ha coinvolto solo la Francia. Curioso l’esempio islandese. La nazionale, autentica rivelazione degli europei di calcio, ha catalizzato su di se grandi simpatie e l’effetto ha aumentato del 55% le richieste di voli aerei con destinazione Reykjavik.
Euro 2016 vetrina europea per il calcio-mercato
Gli europei di calcio hanno rappresentato anche un’interessante vetrina in termini di calcio-mercato, accendendo le trattative, rivalutando alcuni campioni, segnalando le occasioni, spegnendo i riflettori su atleti che non si sono rivelati all’altezza.
Euro 2016 ha rimescolato un po’ le carte in tavola in termini di calcio-mercato, ma si è comunque rivelato utile ed interessante anche dal punto di vista delle trattative, in Italia, così come nel resto dell’Europa.
Nel nostro paese i riflettori si sono accesi su calciatori del calibro di Pellè, Giaccherini, Candreva, Bonucci, per i quali fervono le trattative.
Spazio alle infrastrutture nel segno della sostenibilità
All’allestimento di Euro 2016 hanno lavorato alacremente molte realtà imprenditoriali, locali ed internazionali.
Elemento fondamentale anche la messa in opera delle infrastrutture, realizzate appositamente per l’evento.
Una propulsione di spicco a favore delle imprese di costruzioni, che si sono aggiudicate le gare di appalto per realizzare le opere, che hanno reso possibile la manifestazione sportiva.
Parliamo di infrastrutture moderne e costruite nel segno della sostenibilità. Eco-stadi in grado di ridurre al minimo il consumo di energia e di risorse, e perfettamente integrati con il territorio circostante. Esempi specifici di costruzioni sostenibili sono i nuovi stadi di Bordeaux, Lione, Marsiglia e Nizza.