Aveva 78 anni ed è giusto che se ne sia andato così, senza grande clamore, lottando come ha sempre fatto nella sua vita, e soprattutto all’interno della sua redazione, quella della Gazzetta dello Sport, quel giornale che lui è riuscito a far diventare il più letto d’Italia. Quel giornale che ha guidato per 19 anni, fino a lasciare il trono nel 2002 per fare il nonno. Ma senza mai abbandonarlo completamente.
Si è spento alle 8:48 di questa mattina il direttore più in gamba d’Italia, colui che con le sue battaglie è riuscito a rilanciare il ciclismo e l’atletica leggera in Italia, che ha lottato contro quel mostro che si chiama doping, ma che soprattutto ha introdotto quella parola strana, etica, sconosciuta dalle nostre parti, anche nel calcio. O almeno ci ha provato. Su tutti i campi della serie A e B oggi e domani all’inizio delle partite ci sarà un minuto di silenzio per ricordarlo.