Quando, a pochi giorni dall’inizio del mercato, Felipe Melo passò alla Juventus per 25 milioni di euro, Corvino tentò di tranquillizzare i tifosi dicendo:
non intascheremo nulla, reinvestiremo tutto sul mercato.
I tifosi speravano e già facevano i nomi dei possibili nuovi acquisti. Quasi due mesi dopo, monta la protesta della città. Felipe Melo è stato solo il primo. Dopo di lui sono partiti Semioli (5 milioni), Da Costa (2) e Kuzmanovic (8). Sono arrivati Marchionni, Zanetti, De Silvestri, Savio e Natali, più uno stuolo di giovani promettenti. Nessuno però che possa stuzzicare la fantasia dei tifosi. Tant’è che, a conti fatti, i viola sono riusciti a mantenere una plusvalenza di 15 milioni di euro.
La risposta della città? Proteste e calo degli abbonamenti, circa 20 mila, contro i 24.600 dello scorso anno, nonostante la società si sia guadagnata l’accesso alla Champions League. E ciò che sorprende ancor di più è che la curva Fiesole, la più calda della tifoseria viola, non ha registrato il tutto esaurito, prima volta da 7 anni a questa parte. Addirittura in C2 gli abbonamenti in quel settore finirono per essere tutti venduti. Cosa accade? I tifosi chiedono spiegazioni, e temono un progressivo allontanamento dalla squadra di Della Valle.
A metterci la faccia come al solito è Corvino, che ha dichiarato che i soldi non li ha voluti spendere lui, e che se se la vogliono prendere con qualcuno, i tifosi se la prendessero con lui e non con il presidente. Corvino chiede comprensione, ma la tifoseria viola non sembra molto disposta ad accontentarlo. Specialmente se la stagione non dovesse concludersi come quella passata.