Samuel Eto’o teme per la propria vita e denuncia a gran voce coloro i quali avrebbero interesse ad ucciderlo. L’attaccante dell’Anzhi accusa i dirigenti del Camerun, il Paese nel quale è nato e del quale veste la maglia negli incontri internazionali. Qualche mese fa l’ex attaccante dell’Inter definì “corrotti” i dirigenti del proprio Paese ed ora teme ritorsioni e si rifiuta di mangiare con i compagni di nazionale poiché teme di essere avvelenato.
La denuncia di Eto’o è forte e chiara:
La federazione vuole assassinarmi, ho ricevuto minacce di morte e per questo vivo sotto scorta. Non mangio con i miei compagni per evitare che qualcuno metta del veleno nel mio cibo.
Una denuncia che era già arrivata alla stampa nel mese di febbraio, quando Eto’o ammise di essere costretto a vivere sotto scorta nei ritiri della nazionale camerunense. La paura era tale da obbligarlo ad ingaggiare un poliziotto che badasse alla sua sicurezza nel corso della notte. Ora uno degli attaccanti più forti del Continente Nero torna alla carica e denuncia nuovamente i pezzi da novanta della federazione.
E non è la prima volta che Eto’o si mette contro la dirigenza dei Leoni indomabili. Nel novembre del 2011 l’attaccante si rifiutò di scendere in campo contro l’Algeria per denunciare il mancato pagamento degli stipendi. La decisione dell’attaccante non venne condivisa ai piani alti, tanto che Eto’o venne squalificato per 15 giornate. In seguito i rapporti tra il numero nove e la Federazione sembravano essere tornati nella normalità ma è evidente che non tutto è stato chiarito, se è vero che Eto’o teme addirittura per la propria vita.
Intanto l’ex bomber dell’Inter ha risposto alla chiamata in nazionale ed è pronto a dare il proprio contributo per trascinare il Camerun ai mondiali brasiliani del prossimo anno. Nonostante tutto. Nonostante le minacce di morte e la paura di essere avvelenato dai propri fratelli.
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