Una qualificazione storica da parte dell’Islanda e un’eliminazione altrettanto epocale dell’Inghilterra. Questo il sunto di ieri, giornata in cui la prima delle due squadre ha firmato l’accesso ai quarti che giocherà contro la Francia. Per la seconda, invece, si parla di Brexit calcistico.
Dopo aver lasciato l’Europa, l’Inghilterra lascia anche l’Europeo agli ottavi di finale. Roy Hodgson ha deciso di dimettersi e non è chiaro se l’abbia fatto per il Brexitson (come scrive la Gazzetta dello Sport) oppure per il Brexit. Fatto sta che va avanti l’Islanda che supera la blasonata Inghilterra per 2-1 con i goal di Sigurdsson e Sigthorsson. Adesso la strada islandese è in salita ma chissà cosa accadrà nei quarti.
Quello che ha caratterizzato lo stile islandese è stato l’ordine tattico in campo. Un ordine che ha portato alla realizzazione di goal da manuale. Poi c’è stato spazio anche per l’emozione legata al fatto che è una nazionale giovane, talentuosa ma ancora acerba.
Per l’Inghilterra i giornali parlano di Kane che è tornato titolare dopo due panchine ed è diventato l’emblema di questa nazionale flop. Il 22enne attaccante del Tottenham è rimasto a digiuno durante tutto il torneo. Hodgson aveva puntato fino alla fine su di lui. E tutto allora si può sintetizzare con le parole della Gazzetta:
Hodgson ha puntato tutto su di lui [Kane] e lo ha tenuto in campo fino alla fine, passando dal 4-3-3 al doppio centravanti con l’ingresso di Vardy nella ripresa, ma non è cambiato più di tanto. Possesso sterile inglese, islandesi attenti a chiudere tutti gli spazi e pronti a ripartire: più dei tiracci da fuori di Wilshere o dei colpi di testa molli di Kane (che regala anche una punizione sballata da buonissima posizione e si becca i fischi di mezzo stadio quando ne batte malissimo un’altra nel finale), a Nizza si trema per la botta di Saevarsson o l’acrobazia di Ragnar Sigurdsson, che per poco non firma una storica doppietta.