Pensavamo che per aiutarlo a risolvere i suoi problemi fosse necessario chiuderlo in qualche clinica e buttare via la chiave, per un tempo sufficientemente lungo da fargli passare la voglia di combinar guai. E invece, che ci crediate o no, basteranno tre minuti per aiutare Paul Gascoigne nella sua lotta disperata contro se stesso e contro gli eccessi che lo hanno portato quasi alla morte.
Tre minuti? Esattamente. Sarà questo il tempo che Gazza trascorrerà all’interno di una cella frigorifera alla poco invidiabile temperatura di -135 gradi, in un processo chiamato krioterapia, che mira a far concentrare il sangue al centro del corpo per la stimolazione delle difese naturali.
Detto in questo modo sembra una tortura (immaginate cosa debba significare essere ibernati per tre lunghissimi minuti con il gelo che ti entra nelle ossa e ti impedisce persino di pensare), ma a quanto pare è una tecnica molto usata per la cura dell’osteoporosi, ma anche di malattie “nascoste” come depressione e stress.
Inutile star qui a ripercorrere le tappe della vicenda che hanno portato l’ex idolo di Lazio e Tottenham fino a questo punto. Ne abbiamo parlato ampiamente su queste pagine, specie nel periodo successivo a Natale, quando si era rifiugiato in un albergo per curare a modo suo il male di vivere.
Poi il ritorno in clinica, dove pare aver fatto dei passi da giganti nelle ultime settimane, dedicandosi all’attività fisica per molte ore al giorno. Proprio qualche giorno fa il Mirror gli ha dedicato addirittura la prima pagina con tanto di didascalia incoraggiante, I’m back (sono tornato), ma evidentemente i buoni propositi non sono sufficienti per tirarlo fuori dal suo periodo cupo.
Ed allora ecco l’idea della krioterapia, che ci riconsegnerà un Gascoigne in piena forma in tempi relativamente brevi. Sempre che riesca a sopravvivere al gelo del freezer… Scherzi a parte, auguri Gazza!