Mario Ferri, un nome che dice poco alla stragrande maggioranza degli italiani, ma basta citare il suo soprannome, “Falco”, per individuare il soggetto del quale stiamo per parlare. Il suo volto ha fatto il giro del mondo e la sua maglietta pro-Cassano è diventata un vero e proprio incubo per mister Lippi nella sua seconda avventura sulla panchina dell’Italia.
Ebbene, il Falco per i prossimi cinque anni non volerà più negli stadi italiani ed internazionali, essendo stato raggiunto da un provvedimento di restrizione (Daspo), che lo costringerà a presentarsi in caserma nelle ore in cui si giocano gli incontri clou.
Lunga la sua lista di scorribande nei rettangoli versi di mezzo mondo. Era il 2009, quando interruppe l’amichevole Italia-Olanda per sponsorizzare la chiamata di Antonio Cassano in nazionale. Stessa scritta ma con l’aggiunta di un significativo “Lippi, te lo avevo detto” fu mostrata nel corso di Spagna-Germania ai Mondiali sudafricani del 2010, quando l’Italia non riuscì a superare neppure il girone di qualificazione.
Per quella bravata il giovane pescarese venne espulso dal Sudafrica e fu costretto a pagare 300 euro di cauzione, ma la multa salata non gli impedì di presentarsi al Campionato del Mondo per Club e di esibire la sciarpa del Milan nel corso di Inter-Mazembe.
L’ultima invasione di campo risale al 28 maggio scorso, quando il Falco ha interrotto Barcellona-Manchester United, finale di Champions League, avvicinando Lionel Messi e cingendogli il collo con la sciarpa rossonera. E quella, purtroppo per lui, resterà l’ultima bravata, perché per i prossimi cinque anni Mario Ferri dovrà restare lontano da tutte le manifestazioni che contano e presentarsi in questura per la firma.
Una punizione ritenuta esagerata da una parte della stampa, considerando che i 5 anni di Daspo finora erano stati inflitti solo ad Ivan Bogdanov, l’ultras che riuscì a scrivere la parola fine su Italia-Serbia, valida per la qualificazione ad Euro 2012, quando il primo tempo era iniziato da una manciata di minuti.
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