“Meglio passare per il re dei coglioni, purché la squadra funzioni”.
Si capisce già soltanto da questa frase la figura di uno degli allenatori più chiacchierati degli ultimi 30 anni: Raymond Domenech. Lui, sempre ospite delle pagine di Calciopro per le sue uscite poco felici, adesso è diventato protagonista anche di un libro, intitolato “Lo stupidario di Domenech” (Le Betisier Domenech in versione originale), scritto dal connazionale Georges Alexandre.
Si tratta di un vero e proprio diario che raccoglie le frasi celebri dell’attuale (ancora per poco) ct francese, dette sin da quando giocava a calcio, e faceva parlare di sè più per le provocazioni che per come trattava la palla. Frasi da far impallidire mostri sacri come Trapattoni o il grande Vujadin Boskov, e peccato che la Gialappa’s non si occupi più di calcio, altrimenti ne sentiremmo delle belle.
Abbiamo provato, per divertirci un pò, a mettere a confronto alcune delle tante frasi di Domenech con quelle del maestro Boskov, e vediamo cosa ne è uscito. Cominciamo dalla frase celeberrima “Rigore è quando arbitro fischia“. Inaugurato il festival dell’ovvio a cui il ct transalpino non è voluto mancare dichiarando, con fare serioso “Una partita vinta è sempre meglio di una persa“. Grazie a questa illuminazione adesso cominciamo a capire di calcio. Certo, sempre meno di Boskov che ribatte con un “Se vinciamo siamo vincitori se perdiamo siamo perditori“. Ma la risposta di Domenech è altrettanto arguta: “E’ logico perdere quando gli altri segnano un gol in più“.
Proviamo a vedere come ci se la prende con gli altri. Una decina di anni fa Boskov ci regalò questa frase “Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane“. Domenech invece si sa che se la prende sempre con noi italiani, dicendo “Gli italiani prima mi provocano e poi mi danno la colpa. Non entro in questo gioco“, dimenticandosi che pochi anni prima aveva dichiarato “La provocazione è la mia arma preferita” e addirittura “Il calcio è guerra“. Un pò di confusione in lui.
Sentimento che colpisce un pò tutti quelli che gli stanno intorno, vista la frase di pochi mesi fa “Ho capito che non mi si capisce“, ma che sembrava cogliere impreparato anche Boskov, che quando perdeva non riusciva a capire perchè “Non si possono prendere quattro goal contro avversari che passano tre volte nostra metà campo.” Misteri del calcio.
Vorremmo concludere questa nostra analisi con un risultato di pareggio, ma con frasi che rispecchiano fedelmente le personalità di due allenatori, che nella buona o nella cattiva sorte, saranno ricordati come grandi. Boskov era solito regalarci perle di saggezza come “Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0” oppure “Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare“, mentre Domenech, in un impeto di lucidità, dichiarava “A volte mi dico che se mi trovassi di fronte a me stesso mi odierei“. Questione di punti di vista, ma viva la sincerità.