Alla fine dell’autopsia su Piermario Morosini il medico legale non ha ancora sciolto tutti i dubbi. Si era pensato ad un aneurisma, ma il controllo lo ha escluso, come si è potuto escludere un infarto. Dunque cos’è stato ad uccidere il calciatore del Livorno? Per ora i medici brancolano nel buio, ma resta il dubbio che si possa trattare di un difetto genetico, forse un’aritmia ventricolare.
Dato che non ci sono segni di problemi fisici evidenti, solo esami di laboratorio più approfonditi potranno trovare la verità. Se così fosse, probabilmente la sua morte è sulla coscienza di qualcuno visto che, secondo quanto ha dichiarato a La Stampa Fiorenzo Gaita, direttore della cattedra di Cardiologia dell’Università di Torino, in questi casi se ci fosse stato il defibrillatore in campo, gli avrebbe potuto salvare la vita. Non è la soluzione a tutti i mali, ma almeno gli avrebbe concesso una speranza. Ad ogni modo per avere una risposta più precisa alla fatidica domanda bisognerà attendere 60 giorni.
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