“Lasciatemi morire”. E’ questo l’urlo disperato di Paul Gascoigne di avantieri sera, poco prima di subire l’ennesimo collasso a causa dell’alcool, il veleno che lo sta uccidendo, volontariamente o no. Stavolta non si tratta di una arresto (e già questa sarebbe una notizia), ma di qualcosa di anche peggiore: il rifiuto dell’aiuto anche da parte dei familiari.
L’appello a tentare di salvare sè stesso, rientrando nella clinica per disintossicarsi che aveva abbandonato qualche mese fa, arriva direttamente dall’ex moglie Sheryl, la figlia Bianca, il figlio Regan e il figliastro Mason, tutti riuniti in un albergo portoghese per tentare di stare vicino all’uomo che adesso è solo l’ombra di sè stesso.
E invece Gascoigne anzichè farsi intenerire e cedere all’amore dei suoi familiari, ha mandato al diavolo moglie e figli e si è nuovamente chiuso in camera con la sua immancabile bottiglia. Solo che stavolta l’ha accompagnata con una boccetta di pillole, probabilmente calmanti. Un mix che poteva costargli caro, ma che l’ha fatto “solo” collassare, salvato da alcuni inservienti che l’hanno trovato e trasportato in ospedale.
Qui, arrivato in stato di semi-incoscienza, gli è stata effettuata la lavanda gastrica che l’ha fatto tornare in sè, per quanto ormai possa ragionare l’ex calciatore della Lazio, che anche in Portogallo si era fatto conoscere per aver causato alcuni guai al suo arrivo e per le sue ormai famose bevute con un attore di una fiction portoghese. Tornati in Inghilterra, l’ex moglie è stata costretta a disdire gli appuntamenti presi con i medici specializzati nella disintossicazione dato che Gazza non ne vuole sapere di smettere di bere, e la figlia maggiore, Bianca, ha fatto sapere in giro di non voler più vedere suo padre finchè starà meglio. Ma a detta dei medici, se non sarà lui stesso a decidere di guarire, probabilmente padre e figlia non si rivedranno mai più. Almeno non in vita.