Questa mattina i dirigenti di diversi club italiani si sono svegliati con una brutta sorpresa: alla porta c’erano gli ispettori della guardia di finanza. Che qualcosa bollisse in pentola si sapeva da tempo, dato che si vociferava già di presunte evasioni fiscali e di operazioni con l’estero poco chiare, ma ora è diventato tutto maledettamente reale. Quartantuno club di ogni categoria, compresi quelli di A, ora dovranno fornire tutta la documentazione alla Guardia di Finanza per cercare di capire se ci sono state irregolarità fiscali nella compravendita dei calciatori e nei rapporti con i procuratori.
Tra le società note che hanno ricevuto questa poco gradita visita compaiono Juventus, Milan, Napoli, Genoa, Catania, Torino, Atalanta, Parma, Chievo, Fiorentina, Sampdoria e Lazio per la Serie A, Palermo, Pescara, Juve Stabia, Benevento, Spezia, Piacenza, Livorno, Bari, Vicenza, Siena, Reggina, Portogruaro, Triestina, Ternana, Lecce, Gubbio, Grosseto, Cesena, Mantova e AlbinoLeffe tra Serie B e Lega Pro, mentre una decina di club indagati risultano essere stranieri.
Al centro delle indagini si rivede un personaggio ben noto alle forze dell’ordine, Luciano Moggi, che insieme ad Alejandro Mazzoni e ad altri colleghi tesseva trame su cui la Finanza vuole vederci chiaro. Tutto sarebbe nato nel 2011 dall’acquisizione di contratti poco chiari avvenuti nella società del Napoli per alcuni calciatori stranieri, i cui nomi non sono ancora stati fatti, da cui poi si è capito che il fenomeno fosse molto più largo. Dal punto di vista sportivo per ora non sembrano esserci problemi, mentre ce ne saranno da quello civile e penale. I reati contestati infatti sono associazione a delinquere, false fatturazioni, riciclaggio ed evasione fiscale.
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