Dopo la vittoria (quasi) scaccia-crisi nell’ultimo turno di campionato, la Fiorentina era chiamata all’esame-Empoli nel debutto di Coppa Italia. Un derby tutt’altro che agevole per i viola, contro una squadra che si sta ben comportando nella serie cadetta e che quest’anno non ha ancora conosciuto l’onta della sconfitta.
Mihajlovic nell’occasione ha mescolato abbondantemente le carte, concedendo un turno di riposo a qualche pezzo da novanta, pur convinto della forza della squadra (“Non importa chi gioca: vogliamo arrivare fino in fondo, quindi dobbiamo vincere”). E la Fiorentina versione Coppa Italia ce la mette tutta per sbrigare la pratica in fretta, ma Babacar e Papa Waigo non finalizzano le azioni create ed il primo tempo scivola via nel freddo e nella noia.
La ripresa comincia con gli stessi ventidue della prima frazione di gioco ed il canovaccio della gara resta più o meno invariato. Poi largo all’esperienza nelle file viola con l’ingresso di Santana al posto di Papa Waigo, quando il cronometro segna il minuto numero 65. Di lì a poco sarà Ljajic ad avere sui piedi la palla del vantaggio (proprio su passaggio del neo-entrato), ma le illusioni viola si spengono sul palo. Prima del triplice fischio l’occasione d’oro capita a Cerci, ma non c’è verso di sbloccare lo 0-0, che porta ai tempi supplementari.
L’extra-time potrebbe far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, ma l’Empoli riesce solo a spaventare i padroni di casa nei primi 15 minuti, mentre la Fiorentina si dimostra ancora imprecisa e sciupona nel secondo supplementare. A sbloccare la situazione ci pensa Babacar, quando mancano ormai due minuti ai calci di rigore, regalando così ai viola il passaggio del turno (l’avversaria uscirà dall’incontro di domani tra Frosinone e Reggina). Una vittoria che fa morale, ma che mette in evidenza anche l’impalpabilità dei ricambi viola, apparsi spesso non all’altezza dei titolari.