Terza sfida dei quarti di finale di coppa Italia.
Stadio San Paolo, Napoli:
Napoli-Inter 4-5 d.c.r. (0-0 d.t.s.)
La sequenza dei rigori:
Per il Napoli segnano Cavani, Hamsik, Zuniga, Yebda. Sbaglia Lavezzi.
Per l’Inter vanno in gol Eto’o, Cambiasso, Pandev, Motta, Chivu.
L’Inter sfiderà in semifinale la vincente del match tra Juventus-Roma, in programma giovedì 27 gennaio alle ore 20.45 presso lo stadio Olimpico di Torino.
Banco di prova per entrambe le formazioni: il Napoli spumeggiante di questi tempi, che vola sulle ali dell’entusiasmo suscitato dal secondo posto in classifica a quattro punti dal Milan, è ancora in lizza – come i nerazzurri, del resto – su tre fronti e non pare disposto a rinunciare a nulla; l’Inter, nell’anno che fa seguito al triplete, non può non dare il massimo nel tentativo di onorare al meglio la passata stagione e provare a rivincere tutto.
Condizioni di salute – fisica e psicologica – diametralmente opposte: reduci dalla vittoria esterna sul campo di Bari, i partenopei sembrano avere energie da vendere e voglia infinita di fare bene; rimpatriati da Udine con una sconfitta sonora – netta sotto il profilo statistico e meritata sul piano del gioco – gli uomini di Leonardo hanno la possibilità di rimediare in fretta allo scivolone che ha interrotto la marcia di sole vittorie (cinque su cinque) ottenute con l’ex Milan alla guida tecnica.
Si gioca in uno stadio, il San Paolo, tinto di azzurrro e gremito come nelle migliori occasioni: il pubblico locale saprà essere ulteriore stimolo per i padroni di casa che annoverano nelle proprie file il rientro di Cristiano Lucarelli, ufficialmente recuperato. Per lui solo panchina, visto che Mazzarri non ha voluto risparmiare nessuno dei big. Fronte ospiti: non c’è Biabiany – si dice che sia contropartita tecnica, oltre a conguaglio, per l’acquisto imminente di Pazzini dalla Sampdoria – mentre gioca dal 1’ Ranocchia al posto d Lucio.
Nella prima fase di gara si battibecca con il pallone e si costruiscono, nonostante l’alto pressing dei ventidue in campo, poche occasioni da rete. Al 12’, tuttavia, il San Paolo fa partire un boato che solo l’arbitro Valeri riesce a smorzare perché la rete di Cavani viene annullata per un fuorigioco che (se c’è) pare millimetrico. Ottima, nella circostanza, la triangolazione tra Lavezzi, Dossena e l’uruguaiano a tagliare fuori la retroguardia ospite. Agonismo in mediana, una miriade di passaggi privi di sbocco evidente e poca operosità dei rispettivi estremi difensori. Un brivido al 40’: Maicon crossa per Cambiasso, sinistro al volo da pochi passi con De Sanctis che ha l’istinto di deviare la sfera sulla traversa.
Ripresa altrettanto tattica e poco interessante per palle gol costruite. Piace, tuttavia, l’agonismo delle due squadre e ci si appassiona ad una gara che sia l’una che l’altra rosa potrebbero vincere da un istante all’altro. Vero è, di contro, che i supplementari diventano una eventualità sempre più probabile con il passare dei minuti. Degne di nota: 15’, contropiede del Napoli con Lavezzi che riceve da Cavani per servire Hamsik, da buonissima posizione, lo slovacco si allunga malamente il pallone; 32’, punizione di Gargano, cross verso il palo lungo dove Cannavaro, anziché concludere, cerca l’assist per Maggio ma Castellazzi blocca in tranquillità; 39′, Lavezzi ancora per Hamsik con Castellazzi che respinge il primo tiro, sul tap in dello slovacco è provvidenziale l’intervento di Ranocchia sulla linea.
Partenopei generosi e applauditi dai propri sostenitori: il dispendio enorme di energia rischia di farsi sentire nel corso dei supplementari, invece sono i padroni di casa a sfiorare a più riprese il vantaggio anche nell’over time: al 10′ del primo tempo supplementare Castellazzi salva su Lavezzi, al 13′ del secondo è ancora l’estremo capace di respingere la conclusione di Cavani su colpo di testa. Si decide ai rigori, come accaduto con Palermo-Parma.
Si calcia sotto la curva B, per ogni penalty nerazzurro è una bordata di fischi: il primo a sbagliare è Lavezzi, applaudito da compagni e tifosi, e l’errore risulterà decisivo perchè la cinquina nerazzurra è implacabile.
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