40 anni e non sentirli. Non è stato il calciatore più longevo della Serie A, ma arrivare a giocare oltre i 40 anni a livello altissimo non è da tutti. E se si parla di calciatori longevi, non può non venire in mente Pietro Vierchowod, difensore centrale che ha fatto la storia dell’Italia (3 mondiali giocati, tra cui anche quello dell’82 e 8 maglie vestite nella massima serie).
Di lui si conoscono le doti eccelse, considerato uno dei più grandi difensori degli anni ’80 e ’90, ha vinto lo scudetto con la Roma e la Sampdoria, ha fatto diventare grande la Fiorentina e si è tolto lo sfizio di vestire la maglia della Juventus (con cui ha vinto la Champions) e del Milan. Ritiratosi nel 2000 a 41 anni ha fatto solo qualche piccola apparizione nelle serie minori come allenatore, ma che fine ha fatto?
Lasciato il Piacenza ha studiato da allenatore, e la sua prima opportunità l’ha avuta a Catania ai tempi della C1. Lì è durato solo una stagione, dato che il suo presidente Riccardo Gaucci l’ha esonerato dopo metà campionato. L’anno dopo ha avuto l’opportunità di tornare a Firenze, che doveva ripartire dalla C dopo il fallimento. Gli si chiedeva di vincere il campionato, ma dopo due mesi di campionato era “solo” secondo, e anche stavolta il presidente non fu magnanimo.
Dopo 3 anni di inattività l’ultimo tentativo di Pietrone, è stato sulla panchina della Ternana, ma purtroppo in cabina di regia c’era il famoso Tonellotto, il Presidente-Allenatore che nessuno vorrebbe avere, e che tra le sue illustri vittime ha appunto anche Vierchowod. Insomma, un periodaccio che gli ha fatto capire che sulla panchina forse non era il caso di rimanere, e quindi per adesso preferisce starsene in panciolle a casa a guardare il calcio solo attraverso la televisione. Ogni tanto rispunta in qualche trasmissione televisiva, ma il calcio professionistico per ora l’ha scottato, e difficilmente lo rivedrà da protagonista. A meno che non decida a 49 anni di tornare a giocare. Da uno come lui ce lo aspettiamo.