Ve lo ricordate quell’attaccante del Parma di colore che correva come un ossesso e, quando segnava, faceva le capriole in stile Oba Oba Martins? Si chiamava Faustino Asprilla ed è da molti considerato uno dei più forti calciatori della Colombia, nonchè uno degli uomini simbolo della storia del club emiliano. Il suo exploit dei primi anni ’90 coincise con il periodo d’oro dei gialloblù, quando puntavano ancora allo scudetto, e per questo non è mai stato dimenticato.
Il problema è che da quando ha lasciato l’Italia sono passati ben 10 anni. Lui è ricordato ancora per le annate a Parma e in Inghilterra con la maglia del Newcastle, ma per il resto non si è saputo più nulla. Forse perché per cercare sue notizie bisognava guardare la pagina della cronaca nera dei giornali e non quella sportiva.
Infatti ha continuato a fare il calciatore sulla carta fino ad oggi, ma in realtà ha smesso proprio pochi anni dopo l’addio alla serie A. Come molti sudamericani, ha fatto il giro dei campionati argentini, brasiliani, colombiani, messicani, ecc., senza fermarsi per più di un anno in una squadra. I risultati, a causa dei molti infortuni, cominciavano a scarseggiare, e questo deve aver fatto molto male al calciatore (anche psicologicamente) il quale, dopo un arresto 10 anni prima per aver esploso dei colpi di pistola in aria all’esterno di un nightclub, ci riprova, stavolta in allenamento per spronare i compagni. Questo gli costa l’allontanamento dal calcio sudamericano, più che altro per timore da parte dei presidenti delle conseguenze del suo ingaggio.
E così ritorna in questi ultimi anni prima in Inghilterra e poi in Italia, più precisamente in serie D con il Valle d’Aosta, in cui sembra dover firmare, per poi andarsene per problemi di transfer. La sua carriera si chiude indegnamente la scorsa estate, quando spara per 29 colpi contro un posto di blocco della polizia in Colombia, senza però colpire nessuno. Viene arrestato, ma oggi è libero, e ha annunciato, a 40 anni e dopo due stagioni di inattività, la data del suo addio ufficiale al calcio. Il prossimo 4 luglio infatti ci sarà la sua ultima partita, per concludere con uno sprazzo di dignità una carriera che poteva essere molto migliore di come è stata.